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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Dorsoduro / Fondamenta Santa Maria Maggiore

Al personale dei penitenziari dispositivi come quelli dei sanitari

L'appello della Funzione Pubblica cgil veneziana: «Tamponi estesi, mascherine adeguate, visiere e il camice. Sveltire le procedure di trasferimento agli arresti domiciliari»

Armi spuntate quelle della polizia penitenziaria per combattere la guerra contro il coronavirus. Lo dice in una lettera il sindacato Fp Cgil veneziano, lanciando un appello affinché i poliziotti in servizio al carcere Santa Maria Maggiore vengano dotati di dispositivi di protezione uguali a quelli del personale della sanità. «Mascherine, ma non quelle chirurgiche, guanti, visiera, come nei reparti più a rischio, e un camice da indossare sopra la divisa e da gettare alla fine del servizio. Solo così si garantisce la sicurezza di chi lavora e di chi è detenuto». Questo è tanto più vero, spiega il sindacato, nel caso dei trasferimenti delle persone in reclusione. È chiaro che tutto avviene nel rispetto delle precauzioni. E che le persone che passano da una casa di reclusione a un'altra vengono sottoposte a tampone e restano, in attesa di esito, in un ambito differenziato rispetto a quello degli altri detenuti. «Perché - chiede il sindacato - non estendere il tampone a tutti gli agenti? Non può esserci improvvisazione nella gestione di questa emergenza». 

Il personale penitenziario che presta servizio nei reparti diversificati, dove ci sono le persone in quarantena, «deve essere dotato di mascherine FFP2, non della classica mascherina chirurgica. Non lo diciamo noi, ma il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria», aggiunge il sindacato. Questa situazione sta creando preoccupazione in una condizione straordinaria come quella attuale. È impossibile gestire il funzionamento di una struttura così complessa senza le misure adeguate, che per lo meno riducano lo stress e la tensione presente nelle case di reclusione, che si aggiungono alla carenza di organico. «Siano più rapide e più numerose - infine dice il sindacato - le procedure di trasferimento agli arresti domiciliari dei detenuti che hanno pene fino a un anno al massimo da scontare». Anche questo aiuterebbe.

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