Diritto alla casa, occupati 8 alloggi popolari alle Casette in Giudecca
Gli attivisti dell'Assemblea Sociale per la Casa sono penetrati nelle abitazioni abbandonate: "Le riapriremo e regaleremo loro nuova vita"
Avevano annunciato una grande riunione. L'hanno indetta e l'hanno "condotta". Ma non si sono limitati a chiedere il rispetto del "diritto alla casa": ne hanno occupate otto. Continua a incendiarsi in laguna la temperatura in fatto di abitazioni e di case popolari. Gli aderenti all'Assemblea Sociale per la casa (Asc) mercoledì mattina sono entrati in otto abitazioni delle Casette alla Giudecca e hanno trovato in molti frangenti sporcizia e degrado.
Hanno dichiarato di volerle riaprire e riqualificare sotto lo slogan: "Vogliamo casa, diritti e reddito". Il consigliere comunale di InComune Beppe Caccia ha appoggiato l'iniziativa dichiarando su Twitter come "a Venezia ci siano troppe case Ater sfitte e degradate e troppa gente senza tetto o sfrattata. Servono nuove politiche pubbliche per la casa".
Alcuni aderenti all'iniziativa sono entrati nelle abitazioni (come si vede in una foto anche usando le "maniere forti") e hanno srotolato vari striscioni: "Casa e acqua sono un diritto", recitava uno, mentre su un altro si dichiarava: "Nessuna casa vuota, nessuno senza casa". I manifestanti, alcuni con la maschera di Anonymous, hanno attaccato un cartello alla finestra di un appartamento su cui è stato scritto: "Da più di dieci anni in questa palazzina c'è una casa lasciata al degrado e ai topi. Oggi l'Asc gli darà nuova vita".
Di opinione discordante il capogruppo Udc in Comune Simone Venturini: "L'occupazione di alloggi pubblici è un atto di arroganza - afferma - Vengono penalizzati i veri deboli e ultimi a vantaggio di chi urla e abbatte le porte".