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Cronaca Burano

Buranelle, la speranza di Lino: "Siamo scioccati, confido nel DNA"

Il fratello di Paola Costantini, scomparsa nel 1991 con la nipote Rosaria Molin, il cui fidanzato di allora è stato iscritto nel registro degli indagati per duplice omicidio: "Sapevamo di una proroga dei controlli in spiaggia"

"Quando abbiamo sentito la radio siamo rimasti esterrefatti". Forse non poteva che essere così per Lino Costantini, dopo 23 anni di punti di domanda e di risposte che mancano. In una situazione del genere anche gli "atti dovuti" della Procura costituiscono una novità cui appigliarsi con tutte le forze. Giovedì sera i primi lanci di agenzia: "l'ex fidanzato di Rosalia Molin, Nicola Alessandro, è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio e di occultamento di cadavere" (DETTAGLI). La notizia viene confermata dalla Procura, che sottolinea come si tratti di un "atto dovuto". Con ogni probabilità dovranno essere analizzati alcuni oggetti rinvenuti in profondità sulla spiaggia di Cavallino-Treporti, anche attraverso il DNA dell'indagato, che attraverso il suo avvocato dichiara di non avere mai avuto una relazione con Rosalia.

Dopo più di due decenni di buio pesto, però, ciò potrebbe anche voler dire che qualche novità ci sia nelle indagini. Soprattutto alla luce dei mesi di ricerche affidate dal procuratore aggiunto Carlo Nordio a una società specializzata milanese nella spiaggia di un ex campeggio militare di Cavallino-Treporti. "Sappiamo che qualche settimana fa, forse un mese, avevano chiesto una proroga degli accertamenti - spiega Lino Costantini - ma per il resto noi siamo sempre stati tenuti all'oscuro di tutto. L'importante è che ora vadano avanti". Il tono è quello di chi non intende fermarsi, e anzi ha di nuovo energie da vendere per arrivare ai titoli di coda del "cold case" veneziano: "Noi vogliamo solo dare una degna sepoltura a Rosaria e Paola - spiega - sappiamo che sono state uccise. Vogliamo però sapere la verità. Tutto qui".

I DETTAGLI SULLE INDAGINI

La speranza è tutta riposta nella tecnologia. Nelle possibilità investigative che nell'ottobre del 1991 erano solo fantascienza: "Parlano tanto di questo DNA - scandisce Lino Costantini - visto che ha aiutato molte indagini recenti speriamo possa contriibuire a chiudere anche questa. Noi siamo caduti dalle nuvole stamattina, ma d'istinto ho sentito sensazioni positive. Forse qualcosa si sta muovendo". Il tutto a mesi di distanza dall'appello che lo stesso Lino lanciò dalla spiaggia di Cavallino-Treporti, vicino ai reticoli e alle buche scavate da chi cercava sua sorella Paola (all'epoca 29enne) e la nipote Rosaria Molin, al momento della scomparsa 25enne: "Colpevoli confessatevi a un prete", disse. E un prelato disponibile si era pure fatto avanti. "Ma da allora è stato solo il silenzio", conclude amaro.

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