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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Chioggia

Pressione del calcestruzzo è troppo alta: scoppia cassone in cemento

Avviati i lavori per la riparazione del manufatto del Mose alla bocca del porto di Chioggia. Installata una camera iperbarica per lavori da oltre 10 milioni

Un errore da 10 milioni di euro. Come riporta la Nuova, il cassone del Mose alla bocca di porto di Chioggia, il numero 8, sarebbe scoppiato a causa della pressione troppo alta del calcestruzzo. Si tratta di un incidente che sarebbe accaduto già qualche tempo fa, "venuto a galla" poiché stanno cominciando i lavori per ripristinare la base in cemento del peso di circa 16mila tonnellate.

Per procedere con le riparazioni sarebbe stata installata una camera iperbarica che permetterà agli operai di lavorare sott'acqua, scongiurando una battuta d'arresto che duri troppo a lungo. Dopo i ritardi legati allo scandalo delle tangenti. La capitaneria di porto ha emesso un'ordinanda per limitare il traffico delle navi e dei pescherecci nelle prossimità della bocca di porto, disponendo anche delle manovre di accompagnamento da parte dei rimorchiatori.

 LA CAUSA - A fine agosto 2014, mentre stavano aggiustando il cassone, gli operai dell'impresa Condotte hanno "pompato" tonnellate di calcestruzzo a oltre dieci metri di profondità, per stabilizzare il manufatto affondato. Il cemento doveva sostituire la sabbia del fondale, ma pare che per un errore di calcolo sia rimasta al suo posto, aumentando la pressione. Ecco perché il cassone poi sarebbe scoppiato.

L'amministrazione straordinaria del consorzio Venezia Nuova è intervenuta sull'argomento, dichiarando che "in fase di posa del cassone alla barriera di Chioggia, avvenuta a ottobre 2014, si è verificato un danno consistente nel sollevamento del massetto fibrorinforzato esterno e una parziale fuoriuscita del calcestruzzo di riempimento. Appena insediata - hanno continuato i dirigenti - siamo intervenuti sulle aziende costituenti l’ATI Clodia Scarl, responsabili del lavoro, per la valutazione dei danni e l’avvio della soluzione per il ripristino in corso d’opera. I tecnici hanno valutato come miglior intervento l’utilizzo di una campana metallica, di 22 metri per 13, in grado di mantenere un habitat subacqueo a pressione atmosferica, stimando come tempo massimo per la fine dell’intervento il prossimo ottobre. L'accaduto - hanno assicurato - non comporterà nessun ritardo per la realizzazione delle dighe mobili del Mose, e il costo dell’intervento è in ogni caso a carico delle imprese costruttrici".

"Ho saputo, sono preoccupato - queste le prime dichiarazioni del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio - ma stanno riparando. È un errore tecnico coperto dalle assicurazioni. Sui tempi tecnici vediamo, inutile fare previsioni". Gli fa eco, direttamente dai social, anche Luca Zaia: "Sia chiaro, la regione Veneto non si farà coinvolgere sul tema manutenzione, i costi sono ancora da definire ma non saranno a carico nostro".

Non si tratta del primo incidente accaduto ai cantieri del Mose, ma ci si augura che sia quantomeno l'ultimo. In passato è crollata una parte della diga in pietra d'Istria alla bocca di porto di Lido del valore di 43 milioni di euro, mentre lo scorso inverno una mareggiata eccezionale aveva causato l'allagamento di un cassone.

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