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Cronaca

La causa dei musicisti a termine: la Fenice rischia fino a un milione

Per anni assunti con contratti a "scadenza" e poi richiamati dopo pochi mesi, ora chiedono giustizia. Ma la normativa nazionale ha diverse zone d'ombra

Un risarcimento, un contratto a tempo indeterminato o un pugno di mosche: queste, in sostanza, le tre prospettive che attendono i dodici musicisti che hanno presentato ricorso al Tribunale contro il teatro veneziano La Fenice, colpevole, a loro giudizio, di averli a lungo assunti con contratti a termine ripetuti, a distanza di mesi, senza mai regolarizzare una volta per tutte la loro posizione. A raccontare la vicenda è la Nuova Venezia, che specifica anche come ormai la decisione sia tutta nella mani delle quattro giudici del lavoro lagunari.

INTERPRETAZIONI DIFFERENTI – Se è vero, infatti, che con le ultime proposte normative vi è una spinta sempre maggiore alla stabilizzazione delle posizioni lavorative, e che quindi una situazione come quella sopra descritta (che in alcuni casi estremi si trascina da ben sedici anni) andrebbe immediatamente normalizzata, con conseguente “punizione” per il datore di lavoro, è altrettanto vero che La Fenice si avvantaggia di quella che era una norma specifica per le fondazioni (o ex enti lirici, come in questo caso), che permetteva di soprassedere a qualunque obbligo di assunzione. Difficile, insomma, stabilire come applicare la legge nel caso del teatro veneziano, l'interpretazione è tutta delle quattro giudici, che dovranno stabilire se attendere la pronuncia della corte d'appello fiorentina (impegnata in un caso simile) o assegnare già contratti indeterminati e eventuali risarcimenti dei mesi in cui i musicisti erano stati lasciati a casa. In questo caso il bilancio della Fenice potrebbe precipitare violentemente, con un esborso stimato tra i 500mila euro e il milione.

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