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Cronaca San Marco / Campo San Fantin, 1965

Struttura permanente a chiglia: la Città lagunare riscopre il suo teatro. A luglio

Installazione nel segno dell'innovazione per La Fenice. Rimodulato lo spazio della platea, della fossa orchestrale e del palcoscenico. Via le poltrone: si distribuiranno i musicisti

Concerti e spettacoli sulle piattaforme digitali seguiti in contemporanea da mezzo mondo. Durante il lockdown del Covid sono state scoperte potenzialità inimmaginabili. Oppure riscoperte istituzioni insostituibili in presenza. Il teatro La Fenice ha realizzato un calendario di eventi online ma la notizia è che è pronto a riaprire i battenti al mondo. Scenario completamente nuovo. Palco, poltrone e gallerie, tutto rivoluzionato per mettersi in linea con le prescrizioni sanitarie: così la Città lagunare riparte dal suo teatro. A luglio.

La chiglia

Il segno dell’innovazione è l’installazione permanente di una chiglia che ribalta la prospettiva della sala. La chiglia nel linguaggio marittimo è la spina dorsale di una imbarcazione: lo scafo che corre longitudinalmente da poppa a prua e sostienele coste trasversali. Riapre così La Fenice a luglio, con una serie di concerti cameristici e sinfonici e un nuovo allestimento operistico. Le limitazioni del Covid sono state interpretate come idee per spettacoli teatrali musicali dal volto nuovo. Ancora una volta, insomma, la Fenice reinventa nuove prospettive teatrali e crea nuovi modelli di fruizione dello spettacolo musicale dal vivo.

La rimodulazione degli spazi

Ad essere reinventato sarà lo spazio: «La chiave è stata nel non vedere le limitazioni come pura impossibilità – spiega Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico del teatro La Fenice – bensì come espedienti per ideare spettacoli con nuove varianti drammaturgiche e poetiche. Abbiamo rimodulato lo spazio della platea, della fossa orchestrale e del palcoscenico». Rimosse le poltrone dalla platea, in questo spazio si distribuiranno i musicisti, mentre un’installazione permanente, un piano inclinato, coprirà la buca dell’orchestra rialzandola e collegandola al palcoscenico, dove potranno essere ricavati posti a sedere a distanza l’uno dall’altro. Sarà una sorta di chiglia in legno di una nave, con settanta persone sedute in prua: un’immagine che non vuole ricordare l’idea di un naufragio, quanto piuttosto quella di un’arca. «Una cosa è certa: resterà pur sempre la sala più bella del mondo», spiega Ortombina.

Programmazione

La programmazione artistica inizierà domenica 5 luglio alle 19, gli ottoni dell’orchestra e gli artisti del coro del teatro La Fenice istruiti da Claudio Marino Moretti proporranno un concerto dal programma originale, aperto dalla Fanfare for a common Man di Aaron Copland e poi composto da musiche di Claudio Monteverdi, Giovanni Gabrieli e Johann Sebastian Bach. Seguirà un divertimentomusicale nei concerti di giovedì 9 e sabato 11 luglio alle 19. Tornerà anche la lirica con un nuovo allestimento dell’Ottone in Villa di Antonio Vivaldi. E anche per Diego Fasolis, tra i massimi esperti vivaldiani, sarà un debutto, in quanto per la prima volta si confronta con questo titolo. Cinque le recite in programma, tutte alle 19: venerdì 10 luglio, domenica 12 luglio, martedì 14 luglio e mercoledì 15 luglio.

Due grandi classici del repertorio per fiati saranno interpretati dall’Orchestra del Teatro La Fenice nel concerto in programma giovedì 16 luglio alle 19: si tratta della Serenata in mi bemolle maggiore opera 7 di Richard Strauss e la Serenata 10 in si bemolle maggiore kv 361 Gran Partita di Wolfgang Amadeus Mozart.  Mentre sarà la musica dei veneziani Antonio Vivaldi e Tomaso Albinoni a fare da padrona nel concerto del giorno successivo, venerdì 17 luglio: l’Orchestra del Teatro La Fenice, con Roberto Baraldi primo violino concertatore, eseguirà tre Concerti per archi e basso continuo del Prete Rosso e lo splendido Adagio in sol minore di Albinoni.

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