rotate-mobile
Cronaca Santa Maria di Sala

"Mi hanno tagliato la strada", ma lo multano per essere finito nel bosco

Un 38enne di Santa Maria di Sala è rimasto un mese in ospedale: "Oltre al danno la beffa. Sono spariti casco, soldi e chiavi. Dove sono finiti?"

"Io ero disposto a passarci sopra dopo quello che mi è successo, ma la multa è troppo. Ora vado fino in fondo". A parlare è R.B., 38enne di Santa Maria di Sala. Dopo la grande paura si è ristabilito quasi completamente (solo questione di tempo per tornare "quello di prima") ma quella maledetta sgambata di metà luglio è ancora viva nella memoria di parenti e amici. Non nella sua, perché non ricorda più nulla della caduta, dei soccorsi, dell'elicottero che l'ha trasportato d'urgenza al Ca' Foncello di Treviso. Niente. Il 38enne deve ringraziare l'occhio lungo di un cicloamatore come lui, che la mattina del 16 luglio scorso si trovava in discesa a Volpago del Montello, nel Trevigiano.

A un certo punto si accorge di una scarpa che spunta dalla vegetazione a lato strada. Era R.B., che prima (quanto non è possibile saperlo con precisione) era uscito di strada e stava per perdere i sensi. Alla prese con la rottura della milza e una conseguente emorragia interna. Di più: due vertebre fratturate, problemi alla gamba e un pesante trauma cranico. Insomma, se il cicloamatore avesse continuato la sua corsa chissà come sarebbe potuta finire. Sono seguiti il coma farmacologico e circa un mese di ricovero in ospedale, dopodiché la riabilitazione. Operazioni, esami, convalescenze, dolori. Prove tutte superate con fatica. Ma se il 38enne pensava di non avere più ostacoli da approcciare e oltrepassare, si sbagliava: "La polizia stradale di Treviso mi ha multato per non essere riuscito a tenere la bicicletta sulla sede stradale - racconta - ciò nonostante io abbia dichiarato che con ogni probabilità sarebbe stato un ostacolo in movimento, forse un'auto, a tagliarmi la strada. Nessuno è venuto ad ascoltarmi mentre ero in ospedale, e ci sono rimasto a lungo. La bici è praticamente intatta e ci sono i segni di due frenate sul copertone. Io sono convinto che non sia stata colpa mia, ma in ogni caso non ci sono nemmeno elementi per affermare che abbia fatto tutto da solo. Testimoni non esistono e nessuno, nonostante sia stato un mese in ospedale, è venuto ad ascoltarmi".

Non si tratta tanto dell'importo della sanzione (cinquanta euro e rotti), quanto della presa di coscienza di non essere stati ascoltati. Dopo essere stati protagonisti di una tragedia sfiorata. "Questa multa ha il sapore di una beffa", sottolinea il 38enne, che punta il dito anche contro la sparizione di parte della sua attrezzatura. Dopo l'incidente, infatti, il salese non è ancora rientrato in possesso del casco, della maglietta con una banconota di 20 euro, delle chiavi di casa e del cardiofrequenzimetro: "Mi sono stati tolti durante i soccorsi - dichiara - ma ora non si sa dove siano finiti. Il casco avrebbe potuto fornire elementi importanti per capire come siano andate le cose. Perché sono convinto che qualcuno o qualcosa mi abbia tagliato la strada. Erano tenuti a riconsegnarmi tutto. Com'è possibile che questi oggetti siano spariti nel nulla? Nessuno sa niente. Il cellulare l'ha preso chi mi ha trovato e salvato - conclude - altrimenti chissà che fine avrebbe fatto. Non si può fare un incidente e perdere tutti i propri oggetti personali. In più vengo multato, che beffa". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Mi hanno tagliato la strada", ma lo multano per essere finito nel bosco

VeneziaToday è in caricamento