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Cronaca

Cinque medici dell'Ulss 4 in pensione tornano "in trincea" durante l'emergenza

Si tratta degli ex primari Laterza e Di Pede, dei dirigenti medici Caroli e Marin e dell’ex direttore del distretto sociosanitario Zanon

Hanno lasciato il ruolo di nonni per tornare al lavoro, in ospedale e sul territorio, al fianco dei colleghi nell'emergenza sanitaria in corso. Sono 5 i medici dell'Ulss 4 rientrati al lavoro ormai da qualche settimana. Sono gli ex primari Franco Laterza e Francesco Di Pede, i dirigenti medici Donato Caroli e Michele Marin, l’ex direttore del distretto sociosanitario Dario Zanon.

Cinque medici tornano in corsia all'Ulss 4

Laterza, Di Pede, Caroli, Marin e Zanon sono stati reclutati mediante un contratto libero professionale che ha consentito all’Ulss4 di svolgere il tutto in tempi brevi. «Quando in piena emergenza sanitaria, e in carenza di personale, si è concretizzata la possibilità di reclutare medici in pensione, questi hanno subito risposto all'appello - spiega il direttore generale dell'Ulss 4, Carlo Bramezza - Hanno dimostrato uno spiccato spirito di abnegazione, hanno dimostrato di essere al fianco dell'Azienda sanitaria in cui hanno lavorato per decenni e di essere vicini alla popolazione in un momento di grande bisogno di cure, fornendole tra l'altro con un bagaglio di esperienza eccezionale. Per tali motivi questi medici meritano un ringraziamento speciale».

«Io facevo il nonno - spiega l'ex primario del pronto soccorso di Portogruaro, Franco Laterza - ma quando ho visto che l'emergenza aveva determinato un carico di lavoro eccezionale per il personale medico e sanitario, ho ritenuto giusto dare una mano ai colleghi in prima linea. Non potevo tirarmi indietro, sono tornato a lavorare in pronto soccorso e lo faccio volentieri ritrovando molti colleghi che avevo lasciato in precedenza. Resterò qui sino al termine dell’emergenza poi tornerò felicemente a fare il nonno».

Sulla stessa linea l'ex primario della cardiologia dell'Ulss 4: «Dopo aver trascorso una vita in ospedale, e dopo aver visto da fuori quello che stava accadendo nelle strutture di cura, mi sono sentito inutile -. commenta Di Pede - Non potevo restarmene a casa, fuori dalla mischia, mentre i colleghi di una vita combattevano l’emergenza, quindi sono rientrato molto volentieri ed ora faccio il medico in emodinamica. Sono stato ben accolto dai colleghi, lavoriamo molto, ci consultiamo spesso e questo conferma anche che probabilmente avevo lasciato un buon ricordo in loro».

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