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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

"Ci riprendiamo quella collezione" Gli eredi Guggenheim all'attacco

Nipoti e pronipoti dell'ereditiera americana contestano le scelte fatta dalla Fondazione Guggenheim di New York: udienza il 21 maggio

I turisti di tutto il mondo continuano a fare tappa a Palazzo Venier dei Leoni per visitare una delle collezioni artistiche più importanti del pianeta, intanto gli eredi di Peggy Guggenheim litigano in tribunale e spunta anche una minaccia: “Se la collezione non sarà ripristinata al suo stato originale, ritireremo l’intera donazione”. Da una parte ci sono nipoti e pronipoti della celebre collezionista, dall’altra c’è la Fondazione Guggenheim di New York. La vicenda è già approdata negli ambienti giudiziari parigini e, come riporta Il Gazzettino, una prima udienza è fissata per il prossimo 21 maggio.

Gli eredi della mecenate americana hanno denunciato a Parigi la Fondazione di New York, colpevole a loro avviso di aver tradito le ultime volontà di Peggy: esporre l’intera collezione di capolavori cubisti, surrealisti e di arte astratta. Sette discendenti contestano alla Fondazione Guggenheim di aver rimosso circa la metà delle opere donate da Peggy, in modo da lasciar posto ad altri pezzi donati dalla famiglia dell’artista Michael Schulohof, molto vicino alla Fondazione.

Agli eredi questa decisione non piace per niente e chiedono che la collezione venga subito ripristinata al suo stato originale: l’ereditiera, secondo nipoti e pronipoti, in una lettera datata 1969 chiese espressamente che la collezione rimanesse intatta nel palazzo veneziano. L’altra richiesta arrivata in tribunale è quella di cancellare dalla facciata del palazzo i nomi scolpiti degli altri due donatori e sfrattare da quelle prestigiose sale tutte le opere che non appartengono alla collezione originaria di Peggy.

La Fondazione ha respinto le accuse con una memoria da cento pagine depositata in tribunale a Parigi, ribadendo che la Guggenheim non aveva mai posto vincoli particolari alla sua donazione fatta tre anni prima di morire. Ma gli eredi sono furibondi: “Peggy era un’amante dell’arte e non una mercante, loro invece sfruttano la collezione come un’impresa commerciale”.

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