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Cronaca

"Gianni amava la vita, è per questo che ha scelto così. Ora una legge sul fine vita"

L'appello è della moglie e della figlia di Gianni Trez, il 65enne veneziano morto volontariamente in una clinica svizzera: "Posta fine in modo civile a sofferenze terribili"

"Gianni ha scelto così perché avava la vita. Ci auguriamo che questa sua dolorosa decisione possa contribuire a una seria discussione e all'approvazione finalmente di una legge che non costringa più persone malate a trovare una morte dignitosa in un altro Paese". A parlare sono Emanuela e Marta, rispettivamente moglie e figlia di Gianni Trez, il 65enne veneziano che martedì scorso ha trovato la morte in una clinica svizzera, dopo due anni di sofferenze per un tumore che gli causava dolori lancinanti. Ora il ritorno a casa a Sant'Elena. Dove sono stati in tanti a voler riabbracciare le 2 donne, partite in ambulanza assieme al marito e padre e poi tornare sole. La galassia animalista del centro storico lagunare non ha mai smesso di essere vicina a Gianni Trez, lui che era un attivista della Lav Venezia. Soprattutto ora che non c'è più.

Un affetto che non ha mancato di lenire il dolore di Emanuela Di Sanzo e la figlia Marta per il distacco dal proprio caro: "Desideriamo ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine nel nostro grande dolore e che hanno voluto bene a Gianni e lo hanno sostenuto nei giorni della sua sofferenza - dichiarano - Esprimiamo la nostra sentita riconoscenza ai volontari dell'Avapo che lo hanno assistito con competenza e sensibilità negli ultimi giorni trascorsi a casa e ai medici e al personale sanitario del Reparto Otorino del Policlinico di Padova".

Dietro la "dolce morte" di Gianni Trez, e con lui quella di dj Fabo, c'è un dibattito che in queste ore è tornato a occupare le prime pagine dei giornali: "Siamo riconoscenti a quanti hanno sottolineato i valori in cui credeva Gianni e ciò che ha fatto con grande determinazione nella sua vita, anche con le scelte di ogni giorno, nella difesa degli animali, dell'ambiente, della pace e della giustizia sociale - sottolineano Emanuela e Marta - Siamo grate ai media che hanno dato positivo risalto alla sua scelta di porre fine in maniera civile a sofferenze terribili e a una vita ormai senza dignità, che non sentiva più di affrontare e che comunque lo avrebbe a breve abbandonato. Una scelta fatta proprio perché amava la vita".

Continua intanto l'iniziativa della Lav di Venezia in onore di Gianni Trez. L'associazione ha promosso una raccolta fondi per la realizzazione di un rifugio nella campagna toscana di Semproniano per ospitare animali sequestrati ai circhi. Per contribuire LAV Venezia - Banca Prossima - IBAN: IT97G0335901600100000148038 - Causale: contributo a nome di Gianni Trez.

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