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Cronaca Campagna Lupia

Uccise il figlio, poi i domiciliari. Condannato in Cassazione, ora Minto tornerà in carcere

Il 72enne di Campagna Lupia uccise il figlio con un coltello da cucina, per motivi economici. Condannato a quindici anni, ottenne i domiciliari nella propria abitazione

Aveva ottenuto i domiciliari, ora dovrà tornare in cella. Come riporta la Nuova, infatti, la prima sezione della Corte di Cassazione ha confermato i 15 anni di condanna per Guerrino Minto, accusato di aver freddato il figlio Alessandro nel 2013, allora 21enne.

L'uomo era stato già condannato a 15 anni dal magistrato che lo aveva giudicato, e aveva ottenuto uno sconto di un terzo della pena, dal momento che il suo legale aveva optato per il rito abbreviato, risparmiando di fatto il processo alla Corte d'assise. Ma dopo un anno di reclusione, Minto fece ritorno a casa, ai domiciliari, tra le proteste della moglie, che non riusciva a giustificarsi una simile decisione. Ora la conferma della condanna e la prigione, sebbene l'avvocato difensore punterà sull'età avanzata dell'uomo, 72 anni, e sulle condizioni di salute precarie per evitare che il proprio assistito si debba recare dietro le sbarre.

L'EPISODIO - Dopo una discussione piuttosto accesa, Guerrino Minto, in preda ad un raptus, uccide il figlio con un coltello da cucina, freddandolo con un colpo solo. L'assassinio per motivi economici, relativi ad un prestito di 200 euro che il figlio non avrebbe voluto restituire al padre. Il 72enne aveva spiegato di essere stato lui la vittima dell'aggressione e di essersi solo difeso, ma la sua versione dei fatti non aveva convinto il giudice di primo grado, né tanto meno quelli d'Appello e della Cassazione. Anche in virtù delle deposizioni della moglie, che aveva confermato che il violento, in famiglia, era proprio il marito.

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