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Cronaca San Marco / Piazza San Marco

"No alle Grandi Navi", Muccino consegna le sue 102mila firme

Il regista: "Come una tangenziale sul Colosseo". Giovedì mattina la consegna al sottosegretario Borletti Buitoni: "Programmare i flussi"

"No alle grandi navi a Venezia": oltre 102mila firme sono state consegnate giovedì mattina dal regista Gabriele Muccino al sottosegretario per i Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni. Si tratta dell’ultimo passo- in ordine cronologico - della petizione lanciata da Muccino sulla piattaforma Change.org, su cui sono arrivate firme anche da molti sostenitori esteri.

Il sottosegretario Borletti Buiton avrebbe ribadito la propria volontà a sollecitare un serio e ampio dibattito sul “turismo sostenibile e consapevole a Venezia”. Da parte sua, il regista, che nei prossimi giorni continuerà a consegnare le firme raccolte ad altri membri del governo, ha dichiarato: “Continuerò a portare avanti la nostra battaglia per salvare Venezia dallo scempio a cui è sottoposta. C’è una cacofonia incredibile tra una fragile città in miniatura come Venezia e questi bisonti dei mari che la sovrastano. E’ come ci fosse una tangenziale sopra il Colosseo. Sono certo che esistano soluzioni alternative e a minor impatto per l’ecosistema lagunare. Ma il progetto del canale Contorta/Sant’Angelo non mi pare affatto uno di questi. Abbiamo tutti il dovere di promuovere un turismo rispettoso e di qualità. Salvare Venezia dalle grandi navi è prima di tutto un atto di amore: l’Italia deve dimostrare di volersi bene per davvero. Lo dobbiamo fare per i nostri figli e per il futuro del Paese, il mondo ci guarda e ha paura per Venezia”.

Dal sottosegretario Borletti Buitoni l'invito alle (tante) istituzioni che hanno competenza sulla città di unire gli sforzi per trovare una soluzione: "Devono decidere quale sarà il futuro di Venezia. - ha commentato - E’ indispensabile programmare i flussi turistici e gli ingressi in laguna con la massima attenzione, tenendo conto di quanto la città sia antica e fragile. Esistono diverse alternative, ma è tempo di scegliere. Personalmente ritengo dovremmo optare per quella che metta insieme il minor impatto ambientale possibile e le migliori prospettive di ricaduta sull’economia locale. Le soluzioni sono sul tavolo, ora serve la volontà politica di prendere una decisione”.

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