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Cronaca

Il Veneziano martoriato più volte dai suoi fiumi. La Regione: "Investiremo sulla prevenzione"

Convegno giovedì a San Donà al Consorzio di bonifica del Veneto orientale. Il vicepresidente della Regione, Forcolin: "Ci assicureremo che il miliardo in arrivo sarà speso sul territorio"

Non solo Venezia. C'è un territorio molto esteso che reclama opere in grado di metterlo al riparo dalla furia dell'acqua. Perché gli esempi di esondazioni e di danni dovuti allo straripamento dei fiumi sono numerosi e pure recenti, senza tornare con la memoria ai tragici fatti del 4 novembre 1966, quando il Nordest venne devastato dall'Aqua Granda. Per discutere di questo, nella sede del Consorzio di bonifica del Veneto orientale di piazza Indipendenza a San Donà, è stato organizzato un convegno di 2 giorni per discutere delle "Conseguenze delle esondazioni dei grandi fiumi alpini sui territori e sulle opere pubbliche di allora e di oggi". Venerdì ci si concentrerà invece su “le più gravose alluvioni della bonifica veneta e friulana”. 

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"Ci impegneremo affinché il miliardo e 380 milioni di euro in 6 anni promessi dal piano contro le alluvioni da governo e Unione Europea (DETTAGLI) venga realmente investito sul territorio - ha dichiarato il vicepresidente della Regione, Gianluca Forcolin - bisogna conoscere questo territorio e bisogna lavorare per costituire una lobby territoriale sulla sicurezza idraulica. E' fondamentale per parlare davvero di prevenzione".

Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore regionale all'Agricoltura, Giuseppe Pan: "Nel prossimo bilancio della Regione le risorse sulla sicurezza idraulica per i consorzi di bonifica non mancheranno - ha dichiarato - Ringrazio i consorzi di bonifica per il grande lavoro realizzato in questi. Efficienza e operatività. Con loro abbiamo iniziato un grande lavoro di messa in sicurezza di tutta la rete idraulica". Il sindaco di San Donà di Piave, Andrea Cereser, ha invece sottolineato l'importanza della sensibilizzazione dei cittadini: "Oggi c'è necessità di potenziare il sistema della protezione civile e di sensibilizzare la popolazione - ha affermato - dobbiamo lavorare affinché quello che abbiamo visto nel '66 non accada più".

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