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Cronaca

Incendio alla Fenice ancora "vivo": "La soluzione è la prevenzione"

Convegno internazionale stamattina a Venezia sulla protezione dei centri storici durante le emergenze. Il comandante dei pompieri Alfio Pini: "E' costosa, ma non farla costa ancora di più"

Le immagini della Fenice che brucia, sia pur lontane di quindici anni, sono ancora vive nella mente dei veneziani, che nella notte del rogo hanno rischiato di veder bruciata l'intera città. Una situazione che potrebbe ripetersi in molti luoghi d'Italia, Paese le cui inestimabili bellezze sono a forte rischio in caso di incendi, vista la difficile accessibilità dei centri storici nazionali.

Per trovare una soluzione che riduca al minimo i rischi, esperti internazionali si sono riuniti oggi proprio a Venezia per un convegno sulla protezione dei centri storici durante le emergenze, organizzato dalla Camera di Commercio e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il cui comandante, Alfio Pini, ha indicato la via maestra da seguire.

"Noi siamo pronti - ha detto - e addestrati per intervenire se vi sono delle emergenze, ma la soluzione dev'essere la prevenzione. Abbiamo vissuto situazioni difficili, come testimonia proprio Venezia, dove il rischio incendio è elevato, ma l'esperienza della città lagunare dev'essere d'esempio: è l'unica città con un sistema antincendio dedicato, e ha dei piani d'emergenza di prim'ordine. Tanto si è fatto, l'importante è continuare così".

Il segreto sta nel coinvolgimento di tutte le istituzioni: "Fare prevenzione costa, ma se tutti mettono il proprio si può arrivare insieme a fare grandi cose. Negli Stati Uniti - ha aggiunto - sono in particolare molto attente a queste problematiche le assicurazioni, che in Italia ancora sono poco interessate a questo campo ma che dovrebbero unirsi a noi sulla strada della sicurezza. Fare prevenzione, ripeto, costa molto, ma non farla costa ancora di più, perché si rischia di perdere beni culturali di valore inestimabile e molto più perché si mettono a repentaglio tante vite".

Nei centri italiani, però, l'adeguamento delle strutture antincendio è spesso in conflitto con le esigenze di mantenimento delle strutture architettoniche di palazzi storici. "Per salvaguardare entrambe le esigenze - ha detto la Soprintendente di Venezia Renata Codello - l'unica soluzione è la sicurezza equivalente, con la quale prevenzione e tutela dei beni culturali viaggiano sugli stessi binari: va garantita la massima sicurezza ma declinando le norme (pensate esclusivamente per le nuove costruzioni) con riferimento ai fabbricati già esistenti. Il punto è che questo riesce quando il progetto di restauro cresce in parallelo con le opere di messa in sicurezza, come accaduto ad esempio alle Gallerie dell'Accademia, ma è molto più difficile, e richiede un continuo lavoro di controllo e verifica, quando il restauro è parziale o vengono solo adeguati gli impianti". (Ansa)

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