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Cronaca Tessera / Viale Galileo Galilei, 30/1

Corriere sorpreso all'aeroporto con un chilo di cocaina nell'intestino

Un 32enne bellunese è stato arrestato dalla guardia di finanza perché sorpreso con 121 ovuli di droga nella pancia all'aeroporto di Venezia

Aveva detto di essere un pizzaiolo che per la crisi economica si è reinventato investitore immobiliare. Forse pizzaiolo lo era e forse vittima della crisi pure. Ma investitore immobiliare proprio no. Aveva deciso di "reinventarsi" in qualcosa d'altro, un'occupazione ancora più redditizia. Finché le fiamme gialle non l'hanno colto in castagna. Un "ovulatore", come si dice in gergo. Cioè una persona che presta il proprio corpo per trasportare da una parte all'altra dell'oceano Pacifico ovuli di cocaina. Poi da "ovulatore" ci si trasforma in "evacuatore" e il gioco è fatto.

La novità sta nel fatto che il 32enne bellunese arrestato all'aeroporto Marco Polo costituisce uno dei primi casi in cui un italiano ha accettato di diventare corriere della droga in questo modo. Di solito i capi delle organizzazioni transnazionali che hanno il controllo di questi traffici si rivolgono a cittadini dell'America Latina. Stavolta no. Segno dei tempi, forse. Fatto sta che gli agenti della guardia di finanza una volta che hanno raccolto la storia dell'ex pizzaiolo non l'hanno bevuta.

Hanno controllato i documenti del passeggero appena atterrato da San José, in Costarica. I numerosi visti di Stati stranieri sul passaporto (di cui si il 32enne si era dimenticato di pagare la marca da bollo) hanno indotto i baschi verdi ad approfondire gli accertamenti, che si sono conclusi all'ospedale Dell'Angelo di Mestre. Risultato: le radiografie hanno mostrato 121 ovuli che l'uomo ha dovuto evacuare per quasi 1.100 grammi di cocaina purissima. Inevitabili le manette.

A poche ore di distanza, sempre all'aeroporto Marco Polo, la guardia di finanza ha sorpreso un altro corriere. Si tratta di un cittadino della Tanzania che aveva nascosto in un doppio fondo 1.900 grammi di eroina di eccellente qualità. Rilevante il danno economico inferto alle organizzazioni criminali, considerato che il valore di mercato dello stupefacente sequestrato ammonta a circa mezzo milione di euro totali.

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