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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Corteo in centro storico contro la politica di Erdogan: "Stop ai bombardamenti su Afrin"

Attivisti dei centri sociali hanno sfilato a Venezia giovedì contro il presidente turco e il massacro al popolo curdo che non risparmia i bambini

Dopo la manifestazione al consolato turco di Marghera per Afrin mercoledì, continua la protesta dei centri sociali del Nordest che hanno sfilato in corteo giovedì contro i bombardamenti che colpiscono la popolazione curda e non risparmiano i bambini. 

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Occupazione simbolica del consolato turco

Striscione al Vega

Decine di manifestanti mercoledì mattina hanno raggiunto e "occupato" temporaneamente la sede del Vega di Marghera del consolato turco per esprimere solidarietà nei confronti di Afrin, uno dei cantoni del Rojava, area a maggioranza curda della Siria del Nord. Dagli uffici è stato srotolato uno scriscione con scritto #DefendAfrin, e sono stati scanditi slogan al megafono per esprimere tutta la riprovazione contro la politica del presidente turco Erdogan, tacciato di "voler allargare e imporre nella vicina Siria la stessa versione islamista del fascismo che sta applicando in patria". 

"Abbandonati dal mondo"

"Il Rojava, con le sue milizie popolari, YPJ (unità di protezione delle donne) e YPG (unità di protezione popolari), è stato un baluardo inespugnabile contro cui si sono infrante bande islamiste - hanno spiegato gli attivisti - Sia i cosiddetti 'ribelli' siriani che l'Isis sono stati battuti dai partigiani e dalle partigiane del Rojava, che lo scorso autunno hanno liberato la stessa capitale del 'califfato nero', Raqqa. Stati Uniti, Unione Europea e Russia avevano applaudito gli autori della disfatta dell'Isis mesi fa, salvo abbandonarli ora alla vendetta del vero capo dell'islamismo in tutto il Medio Oriente, Erdogan. Nel silenzio e nell'indifferenza del mondo, da più di venti giorni i partigiani e le partigiane di Afrin combattono da soli contro l'esercito turco, il secondo esercito Nato, e le milizie islamiste siriane sue alleate. Sono migliaia i caduti, tra combattenti e civili". 

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