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Cronaca

Incidenti nelle strade secondarie: la provincia di Venezia è tra le più pericolose

Dati riferiti al 2017 dell'Aci, che punta il dito contro il cattivo stato delle extraurbane: «Serve un piano di messa in sicurezza»

I numeri sugli incidenti stradali nel Veneziano continuano a essere preoccupanti (ieri l'ultimo grave episodio, con un uomo che ha perso la vita a Chioggia). I dati diffusi dall’Automobile Club, relativi all’anno 2017, vedono la nostra provincia, insieme alle vicine Treviso e Padova, nella parte alta della classifica per numero di incidenti stradali sulle strade extraurbane secondarie.

I dati

Venezia, nel 2017, si colloca al quarto posto, con 490 incidenti, subito dopo Milano, Treviso e Padova. Incidenti in cui sono morte 12 persone e ne sono rimaste ferite 709, con un tasso di mortalità di 24,5 (morti per 1000 incidenti) e un indice di gravità (calcolato sul rapporto tra numero di morti e somma di morti e feriti) pari a 1,7 tra i più alti a livello nazionale. Il numero di incidenti al chilometro, sempre riferito al 2017 e alle strade extra urbane secondarie, è di 0,6.

L’analisi

Dati «allarmanti», per il presidente dell’Aci Venezia, Giorgio Capuis. Anche alla luce di un’altra indagine di Aci, che, qualche settimana fa, denunciava «il grave stato in cui si trovano le strade secondarie del nostro Paese. Eppure è proprio su questa capillare rete che si muove l’Italia. Strade in cattivo stato di manutenzione eguale strade pericolose. Se a questo aggiungiamo l’alta velocità e una guida non rispettosa del codice della strada messa in atto da molti utenti stradali il risultato è tragico».

L’appello

Aggiunge Capuis: «Se per quanto riguarda le responsabilità degli automobilisti si può intervenire incentivando le campagne educative e sanzionando i comportamenti scorretti, appare evidente come sull’altro fronte, quello della manutenzione, sia urgente un piano di investimenti straordinario. Invece, quando si parla di qualità e sicurezza delle infrastrutture, i decisori spesso si trincerano dietro preconcetti “ideologici” includendo gli investimenti sulle strade tra le misure che aggravano il rapporto deficit/Pil. Al contrario, attraverso lo sviluppo economico, contribuiscono a migliorare il parametro finanziario oggi più critico per l’Italia. Senza dimenticare che gli incidenti sulle strade provinciali costano 3 miliardi di euro ogni anno».

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