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Cronaca

Lavoratori della sanità positivi al Covid 19 in Ulss3: lite sui numeri

Da un lato quelli diffusi dalla Regione, dall'altro quelli rilevati da Cgil. Il commento della Funzione Pubblica: «Anche un solo contagio è una sconfitta per il sistema sanitario»

«Anche un solo operatore contagiato mentre svolge il proprio lavoro è una sconfitta per il sistema sanitario». Da un lato ci sono i dati ufficiali della Regione sui medici, i medici di medicina generale, gli infermieri, gli operatori sanitari e gli amministrativi, risultati positivi al Covid-19 in Ulss3, in base ai risultati dei tamponi finora fatti. Dall'altra ci sono i numeri rilevati dalla funzione pubblica Cgil veneziana, che prende le distanze dal mainstream (interpretazione ufficiale) interpretando la presenza dei "pochi" lavoratori della sanità contagiati come segno che qualcosa non ha funzionato. 

I dati ufficiali

Un po' più della metà i medici sottoposti a tampone negli ospedali dell'azienda Ulss3: 646. Di questi, 4 sono risultati positivi secondo Azienda Zero. Quattro positivi anche fra i medici di base, su 400 testati, 17 gli infermieri contagiati sul 1433 testati, su un totale di 3197. Dieci gli operatori sanitari positici su 506 analizzati. Sette gli amministrativi su poco meno meno di 400 verificati.  

I numeri sindacali

Per Daniele Giordano, segretario Fp Cgil e Marco Busato responsabile sanità della sigla, «i numeri paiono un po' sballati. Al 10 marzo l’Ulss Serenissima registrava 202 lavoratori in isolamento domiciliare per contatto stretto, a molti dei quali non è stato effettuato il tampone. Al 23 marzo la situazione certificava 59 lavoratori positivi (7 medici 24 infermieri 18 operatori sanitari e 10 "altro"). Al 2 aprile si registravano 13 lavoratori sintomatici a domicilio, 76 asintomatici e 2 ricoverati, e non i 31 emersi dai dati pubblicati». Duro il commento anche alla circolare che, inizialmente, ha rimesso al lavoro anche nelle altre regioni i sospetti asintomatici fra i sanitari. «Norma che abbiamo fortemente contestato - scrivono - quel personale doveva rimanere in quarantena avendo avuto contatti stretti con casi confermati di Covid-19».

Tamponi e dispositivi

Su tamponi e dispositivi, infine: «a circa 50 giorni dall’emergenza è stato sottoposto a tampone il 44% degli infermieri, il 43% dei medici e il 51,53% degli operatori. La campagna "a tappeto" lanciata dalla Regione evidentemente non sta avendo gli effetti sperati - dicono Giordano e Busato -. Continuiamo a registrare segnalazioni di carenza di dispositivi di protezione per i lavoratori della sanità e per quelli degli appalti. Stiamo parlando di donne e uomini che hanno delle famiglie che devono tutelare, e stanno rischiando la loro salute, per quella di tutti».

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