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Cronaca

Delrio: "Grandi navi lontane dalla Marittima". Al Cipe i primi lavori per il porto offshore

Il ministro è intervenuto lunedì a Tessera parlando delle infrastrutture in laguna: "Puntiamo a soluzioni che funzionino a medio e lungo termine, come Marghera o Fusina". Tresse out?

Serve dare una spinta alle infrastrutture veneziane, perché farlo significa aumentare la competitività del Nord Est e dell'Italia intera. A cominciare dal porto offshore e da soluzioni definitive per l'arrivo delle navi da crociera, che però non saranno più ormeggiate in Marittima. Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, vuol dare una svolta a questioni rimaste irrisolte per anni riguardanti l'economia lagunare e non solo. O almeno è giunto a Tessera lunedì mattina volendo dare il segnale che il governo ha a cuore le sorti del capoluogo lagunare: "A Venezia le grandi navi devono restare fuori dalla Marittima - ha detto, intervenendo durante l'inaugurazione del nuovo water terminal dell'aeroporto Marco Polo - Dobbiamo pensare a soluzioni a medio e lungo termine, come possono essere ad esempio quella di Marghera o di Fusina. Vogliamo rispettare il decreto Clini-Passera, e far sì che la Marittima si sviluppi con le imbarcazioni più piccole". In queste parole forse un po' di confusione da parte del ministro, che dal palco ha parlato di "Grandi navi fuori dalla laguna", poi i collaboratori hanno spiegato che intendeva il Bacino San Marco.

"Avremo tempo di chiarirci - è il commento a caldo del sindaco Luigi Brugnaro, convinto che il membro del governo non intendesse escludere la Marittima, e quindi il progetto Tresse, dal tavolo - Spesso non si conosce bene la laguna. Credo che il ministro intendesse dire un'altra cosa, distinguendo tra navi e grandi navi. Ma anche per fare arrivare le navi più piccole in Marittima non è possibile il passaggio per San Marco e il canale della Giudecca, per cui per forza di cose il Vittorio Emanuele va sistemato. Gli mostrerò la cartina, perché non è semplice". Secondo il ministro vanno trovati accordi con le compagnie crocieristiche perché la Marittima non perda turisti, puntando sulle navi di dimensioni minori. Sul punto il primo cittadino è chiaro: "Io cercherò di far sì che le navi, grandi e piccole, vadano dove abbiamo indicato in campagna elettorale. I cittadini hanno espresso il loro parere anche su questo".

Delrio e Brugnaro a Tessera

C'è poi il nodo del trasporto merci, legato al porto offshore invocato dall'autorità portuale come soluzione necessaria per incrementare la capacità ricettiva in laguna: "Venezia diventerà il centro del Nord Adriatico, nel settore bisogna essere molto più competitivi - ha spiegato - Abbiamo inviato al Cipe le carte in cui diamo il primo ok definitivo per lo sblocco dei lavori a Porto Marghera sul porto offshore". Si tratta di opere per la realizzazione di nuove banchine. "Sulla seconda parte - ha aggiunto -, quella dei lavori in altura, c'è da fare una discussione accurata e quindi rimandiamo alle prossime settimane. Intanto andiamo avanti con quanto possibile".

Le decisioni relative allo sviluppo del porto per il ministro sono questioni di massima importanza, che saranno affidate a una nuova persona destinata a sostituire Paolo Costa. L'annuncio è questione di giorni (il primo cittadino Brugnaro ha dichiarato che ancora no è a conoscenza di un nome univoco e che secondo lui i giochi sono ancora aperti): "Abbiamo già scelto colui che guiderà il porto - ha affermato Delrio - Ringraziamo Costa per il suo straordinario lavoro, lui e tutta la sua squadra. In pochi giorni ci sarà il nuovo presidente. Stiamo scegliendo con criteri esclusivamente manageriali: avrei voluto nominare politici che sono molto competenti e amici, ma abbiamo deciso di tenere fuori la politica. L'intenzione è trasformare sempre di più i porti in aziende più snelle e più legate al territorio". "Venezia è un punto di riferimento mondiale - ha aggiunto - ma la sua bellezza non la salverà se non c'è un sistema Italia che funziona. Deve essere accessibile via aria, terra, ferro, acqua. Questo paese ha un deficit di capacità di pensiero logistico che ci costa 12, 13 miliardi all'anno: se avessimo la stessa logistica tedesca saremmo la prima manifattura d'Europa, non la seconda. Tutto questo lavoro con gli enti (Enac, Anas, ecc) è per far sì che funzioni il sistema Italia. Sugli aeroporti dobbiamo investire. Sono il futuro. Entro fine anno inaugureremo la Salerno - Reggio Calabria, ma è impensabile che un turista si faccia in auto da Venezia al Sud. Prenderà l'aereo. E questo scalo funziona, perché c'è unità d'intenti tra i vari soggetti competenti. Del territorio e di chi ha invece il compito di vigilare che i progetti vengano portati a termine".

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