Studiava da costumista. Da scenografa. Il cinema era la sua grande passione. E' Mahtab Savoji, 31enne di nazionalità iraniana, la donna ripescata cadavere nel canale adiacente a via Antonio Loredan al Lido di Venezia. Ma in laguna, lei che studiava da due all'Accademia di Brera a Milano, non avrebbe dovuto esserci. Come riportano i quotidiani locali, non c'era alcun viaggio programmato. Però il suo cadavere, completamente nudo, è stato segnalato nella notte tra lunedì e martedì scorsi da un tassista, avvertito da un'altra donna.

Cos'è successo? Mistero. Nel frattempo il pubblico ministero ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti. Perché sono diversi gli elementi che non quadrano: dall'autopsia, oltre al fatto che non c'era acqua nei polmoni e che quindi la ragazza non è morta annegata nel canale, emergerebbe anche il dettaglio che la morte sarebbe sopravvenuta circa 48 ore prima il suo ritrovamento. Ma le condizioni della salma, quando quest'ultima è stata recuperata, indicavano che il corpo in acqua ci era finito da non più di quattro ore. Qualcuno dunque, potrebbe essersi sbarazzato del cadavere solo in un secondo momento. Non sapendo come farla franca dopo la morte della donna.

Un decesso che, vista l'assenza di vestiti anche dalle vicinanze del luogo del ritrovamento, potrebbe essere avvenuto più lontano. Magari al culmine di un gioco erotico sfociato in tragedia. Questa è una delle ipotesi che gli inquirenti starebbero vagliando. Sabato sera la vittima si trovava con degli amici coreani. Il trasferimento in laguna è avvenuto la notte stessa? Le forze dell'ordine stanno cercando di ricostruire le ultime ore della studentessa, innamorata del cinema. Un aiuto in questo senso potrebbe arrivare dal telefono cellulare di Mahtab Savoji e dai suoi amici milanesi. Visto che nessun legame con Venezia sarebbe emerso dalle indagini.