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Cronaca

Dopo il caso Baita-Mantovani la Via del Mare va bloccata

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

Da giorni ormai sulla stampa locale si legge quotidianamente di arresti e di indagini della magistratura sulle grandi opere pubbliche. False fatturazioni, evasioni fiscali, attività corruttive, conti neri, paradisi fiscali, società fantasma: Sembra quasi che lo scopo delle realizzazioni non sia l'ammodernamento del paese bensì la creazione di ricchezze nere ed occulte finalizzate a ben altri scopi. Il nostro pensiero corre ai tempi della presentazione del progetto della Via del Mare e alla costituzione del Comitato di cittadini contro la realizzazione della superstrada a pedaggio Meolo - Jesolo. Il Comitato, nel giro di una decina di giorni raccoglieva più di 2300 firme di cittadini su ca. 4500 elettori meolesi. Tanto appariva sproporzionato, inutile e dannoso il progetto rispetto alle reali esigenze di adeguamento della viabilità verso i litorali. Basti solo pensare alle attività produttive con accesso diretto alla SR-89, costrette a chiudere o a spostarsi in altre sedi. Formalmente l'iter per l'approvazione e la realizzazione dell'infrastruttura pareva corretto ma molti dubbi emergevano sulla limpidezza dell'operazione, sulla sostenibilità ambientale dell'opera, sul metodo adottato per la selezione del progetto migliore oltre che sulle modalità di finanziamento. L'idea di togliere all'utenza una viabilità antica ed importantissima per il territorio attraversato, il cui valore immobiliare riferito ai soli terreni e strutture esistenti (30/40 milioni di euro?), verrebbe di fatto regalato a soggetti privati per consentire, mediante il ricorso alla finanza di progetto, la realizzazione di investimenti ed utili, ci era sembrata un'operazione più in danno all'erario ed al territorio piuttosto che una soluzione al problema della viabilità verso i litorali. Nessuno negava la necessità di sistemare la viabilità verso il mare ma, a nostro parere era sufficiente mettere in sicurezza il tracciato esistente, dando scorrevolezza al traffico, impegnando risorse pubbliche 10 volte inferiori a quelle che dovrebbero essere attivate per la Via del Mare. In ogni caso prima di mettere mano alla SR 89 risulterebbe necessario ed urgente risolvere il problema della suddivisione delle correnti di traffico che intasano l'area della rotatoria Picchi a Jesolo. Questo infatti è il vero punto nevralgico della viabilità verso le spiagge di Jesolo ovest ed i grandi campeggi di Cavallino-Treporti. Questo spartiacque, già soggetto ad innumerevoli interventi per decine di milioni di euro, non è stato nemmeno preso in considerazione dal progetto Via del Mare. Ora i responsabili di due delle tre società (Ing. Piergiorgio Baita del Consorzio Vie del Mare e la Dott.ssa Claudia Minutillo di Adria Infrastrutture SpA) proponenti il progetto di finanza per la progettazione, costruzione ed esercizio della Superstrada a pedaggio denominata "Via del Mare: collegamento A4 - Jesolo e litorali", sono stati arrestati per presunta frode fiscale finalizzata alla costituzione di fondi neri. In una situazione di gravissima crisi economica che coinvolge cittadini, lavoratori, imprese, ci rivolgiamo alle autorità inquirenti, agli amministratori e alle forze politiche di questo paese per chiedere: Come, quando e da chi potrà essere garantita la legalità? 1500 anni dopo il disastroso passaggio di Attila sui nostri territori chi ci difenderà dai nuovi barbari invasori del XXI secolo?

CIRCOLO PD, sezione Meolo

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