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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Jesolo / Viale Oriente

I poliziotti suonano alla porta, il pusher apre con in mano la droga

Un'indagine durata ben undici mesi ha permesso di smascherare un massiccio giro di stupefacenti a Jesolo Pineta. Ora sono finalmente arrivate le sentenze

Una lunga indagine che ha portato a smascherare un massiccio giro di spaccio di stupefacenti, dopo ben sei mesi di appostamenti, interrogatori e intercettazioni. A finire nei guai due cittadini stranieri, divenuti tra i principali fornitori di droga di Jesolo, che a distanza di quasi un anno hanno ora ricevuto la sentenza del giudice.

Dal mese di gennaio 2013 la sezione Anticrimine del commissariato di Jesolo aveva infatti all’attivo un’attività investigativa in zona “Pineta”, con particolare attenzione ai traffici che si concentravano in un edificio di via Oriente. L’indagine ha permesso di riscontrare che, sino al mese di novembre 2013, nello stabile vi erano numerose frequentazioni sospette, unite ad via vai di vetture che si addentravano nel vicolo retrostante il ristorante brasiliano che si trova al pian terreno del palazzo, per uscirne dopo pochi minuti, sufficienti al conducente del veicolo per fare una piccola sosta all’interno dell'edificio. Tutti i movimenti sono stati ripresi dal personale della polizia scientifica che aveva notato, in particolare, l’abitudine dei frequentatori dello stabile di fare una telefonata immediatamente prima di accedere nel palazzo. Tramite il monitoraggio delle utenze telefoniche i poliziotti sono riusciti a risalire a numerosi “clienti” che acquistavano stupefacente in via Oriente.

Il 19 febbraio gli agenti si sono introdotti nello stabile incriminato, sorprendendo un ragazzo nato a Parigi, classe 88, che ha aperto la porta ai poliziotti con ancora nella mano destra un ovetto in plastica di colore giallo, nel chiaro gesto, ormai abitudinario, di porgerla ad un acquirente. A quel punto, scattata la perquisizione, gli agenti hanno scoperto, all’interno dell’ovetto, tre involucri in cellophane di colore trasparente contenete sostanza stupefacente. Il giovane peraltro non era solo, bensì in compagnia di altro cittadino tunisino di trent’anni. La facilità e la sicurezza con le quali i due indagati si erano mossi nella gestione dei loro traffici, nonché la quantità del numero dei clienti e dello stupefacente spacciato nell’arco del semestre d’indagine – quantificato in circa un chilo e mezzo di stupefacente – confermata dalle attività di osservazione nonché dalle dichiarazioni degli stessi fruitori, hanno spinto il pubblico ministero a richiedere l’emissione della misura di custodia cautelare in carcere. Il giudice per le indagini preliminari, tuttavia, ritenendo di inquadrare i fatti nell’ambito della figura giuridica del piccolo spaccio, come previsto dalla recente normativa in materia di stupefacenti, non ha accolto la richiesta. Ha, invece, inflitto la misura del divieto di dimora nel Comune di Jesolo nei confronti di uno dei due spacciatori.

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