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Cronaca Marghera

Cinque giorni senza elettricità in pieno luglio, 82enne cita Enel per danni

La figlia del pensionato di Marghera si è rivolta all'Adico: "Hanno limitato il servizio credendolo moroso, ma non ha mai pagato una bolletta in ritardo". Il presidente Garofolini: "Fatto gravissimo e inaccettabile". L'uomo costretto a subire l'afa, pur avendo il condizionatore

Restare senza energia elettrica, non potendo nemmeno utilizzare il condizionatore nei giorni più caldi dell’anno. E tutto per un errore di Enel. Se la vittima del disservizio è una persona di 82 anni, ecco che tutto diventa ancora più grave, a maggior ragione se la società, anche informata dell’errore e dell’età del cliente coinvolto, ci mette 5 giorni a ripristinare il servizio. È accaduto ad Antonio Spolaor, residente a Marghera (Venezia), che tramite la figlia, Marina Spolaor, si è rivolto ad Adico Associazione Difesa Consumatori per denunciare la vicenda e trovare una giusta soluzione, che gli esperti di via Volturno hanno quantificato in una richiesta di risarcimento danni di 5.000 euro.

Tutto è partito da una errata imputazione di mancato pagamento di una bolletta, con scadenza 23 maggio 2012: il signor Spolaor la paga regolarmente il 21 maggio, ma l’11 giugno ecco arrivargli un sollecito di pagamento. Il consumatore però non dà peso alla comunicazione, avendo la coscienza perfettamente pulita, e leggendo tra al’altro nel sollecito la tranquillizzante frase: "Qualora avesse già provveduto al pagamento, la preghiamo di considerare nullo il presente sollecito".

La brutta sorpresa arriva il 26 luglio, proprio nel clou del caldo estivo, quando il signore di Marghera si accorge di non avere l’energia elettrica, o meglio, di non aver sufficiente potenza per far funzionare un qualsiasi elettrodomestico, incluso il condizionatore, essenziale per una persona della sua età in piena estate. In poche parole, Enel aveva fatto procedere la pratica per morosità nonostante il pagamento regolare della bolletta, diminuendo la potenza del servizio. La famiglia quindi si attiva immediatamente e inizia una lunga serie di telefonate, fax e lettere raccomandate, chiedendo una rapida verifica della posizione (assolutamente regolare) del signor Spolaor e la conseguente riattivazione di una piena erogazione di energia elettrica. Ma la figlia Marina viene rimbalzata continuamente da un operatore del call center a un altro, nessuno dei quali riesce a risolvere il suo problema. Alla fine il 31 luglio, ben 5 giorni dall’inizio del calvario, viene ripristinata la piena funzionalità dell’impianto. A quel punto i famigliari dell’82enne hanno preso in mano tutte le carte e si sono recati allo sportello di Adico Associazione Difesa Consumatori per procedere contro Enel.

«È inaccettabile che Enel si sia permessa di ridurre la fornitura di energia elettrica dell’abitazione di una persona di 82 anni in condizioni di salute precarie – sbotta Marina Spolaor - per 5 giorni non è stato possibile far funzionare nemmeno un semplice ventilatore. Cosa sarebbe accaduto se mio padre avesse avuto bisogno di macchinari salvavita?».

«L’indignazione della socia mai come in questa occasione è giustificata – commenta Carlo Garofolini, presidente di Adico Associazione Difesa Consumatori – è incredibile che proprio nei giorni più caldi dell’anno, quelli in cui giornali, tg e istituzioni ci martellano con informazioni su come tutelare la salute delle persone più fragili, una grande azienda come Enel abbia commesso non solo un errore dalle conseguenze potenzialmente disastrose, ma ci abbia messo addirittura 5 giorni per ripristinare il servizio, nonostante le numerose telefonate e fax anche di minaccia della famiglia dell’anziano, che oltre tutto dimostravano documenti alla mano l’avvenuto pagamento del conto che per Enel era invece insoluto. Una condotta gravemente inadempiente, lesiva e in violazione della normativa in materia di fornitura di energia elettrica che giustifica pienamente la richiesta di risarcimento danni avanzata per il signor Spolaor dall’ufficio legale di Adico»

 

LA RISPOSTA DELL'ENEL - La società esprime il proprio rammarico per quanto accaduto. Una prima analisi - indica Enel in una nota - ha messo in evidenza che il distacco è avvenuto a causa del mancato riscontro del pagamento che l'ufficio postale, che ha eseguito l'incasso, ha imputato a un conto corrente diverso da quello indicato sul bollettino di pagamento. Un'anomalia, secondo Enel, che ha determinato il distacco a e ha ritardato il processo di riallaccio che è stato comunque eseguito il 30 luglio scorso "anche se, ad oggi, l'importo versato dal cliente non è ancora stato incassato da Enel".

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