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Cronaca Marghera / Viale Antonio Paolucci, 42

"Niente permessi e norme violate", comitato Marco Polo contro il centro bengalese

Esposto del presidente Luigi Corò alla magistratura per chiedere provvedimenti. Nel mirino il centro di viale Paolucci a Marghera, così come era finito il centro di via Fogazzaro a Mestre

Il comitato Marco Polo continua a mettere sotto la sua lente di ingrandimento eventuali irregolarità in spazi d'aggregazione in città.  Stavolta nel suo mirino finisce il punto di riferimento della comunità bengalese della Cita, in viale Paolucci a Marghera. Lo schema è più o meno lo stesso che ha indotto la polizia municipale a inviare una diffida al centro culturale, che il comitato considera moschea, di via Fogazzaro a Mestre: questi spazi non avrebbero i permessi per essere utilizzati come luoghi di culto, al di là delle proteste del vicinato. Il comitato, con il suo portavoce Luigi Corò, ha quindi inviato un esposto alla magistratura e alle forze dell'ordine in cui si sottolinea che "esiste un centro culturale bengalese, di fatto una moschea, dove, stando alla documentazione reperita, sembrerebbe manchino le necessarie autorizzazioni. Vi si pratica il culto islamico, arrecando disagi e creando tensioni nel vicinato". 

Il comitato chiede quindi che venga fatta chiarezza: "Salvo nuova documentazione, le concessioni fatte sembrano illegittime - continua l'esposto - Dai documenti da me recuperati, con difficoltà vista la poca chiarezza delle pratiche, risulta che con la presa in consegna dei locali commerciali e iniziando l'attività di moschea, i titolari del centro hanno contravvenuto alle regole che quel condominio si è dato. Attraverso una pratica edilizia è stato attuato illecitamente un cambio di destinazione d’uso, non previsto dal regolamento condominiale". Più o meno le stesse contestazioni che sono state opposte anche al centro culturale di via Fogaazzaro. 

"Il modo con cui sono state attuate le modifiche interne poi chiariscono l’intento di eludere le leggi italiane - conclude l'esposto - Mi chiedo come possa essere accaduto che il diritto di terzi sia stato ignorato nonostante le diverse segnalazioni dei cittadini e che gli addetti comunali non abbiano vigilato su quello che veniva fatto in barba alle regole che dovrebbero garantire la nostra società. Infine vi rammento quanto il Consiglio regionale ha approvato le modifiche alla legge regionale 11 del 2004, rubricata 'Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio'. Il provvedimento inserisce vincoli urbanistici, linguistici per la realizzazione e l’attivazione di nuovi luoghi di culto".
 

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