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Cronaca San Donà di Piave

Importava il legno e lo vendeva in nero: scoperta evasione milionaria

Un rappresentante in Italia di una ditta di Giacarta in cinque anni ha eluso il Fisco per circa due milioni e mezzo di euro. Ora è nei guai

Chissà da quanti anni prima dei cinque "canonici" che ha passato al setaccio la guardia di finanza ha continuato a raggirare non solo la società indonesiana di cui era rappresentante in Italia, ma anche l'Erario. Le fiamme gialle della compagnia di San Donà hanno scoperchiato una maxi evasione fiscale milionaria, che sarebbe potuta essere ben più ingente nel momento in cui non fosse entrata in gioco la prescrizione, che scatta dopo cinque anni.

Fatto sta che un imprenditore individuale del Sandonatese dal 2010 a oggi si sarebbe "dimenticato" di pagare al Fisco imposte dirette su compravendite di legno per più di 1milione 400mila euro, a fronte di cessioni in nero della merce per 4,5 milioni di euro. All'evasione pura, si aggiunge anche l'Iva non versata per circa 800mila euro. E pensare che l'imprenditore finito nei guai ogni anno ha dichiarato solo 30mila euro all'anno di provvigioni per la sua attività di agente e procacciatore d'affari. Da molto tempo, infatti, era rappresentante nel Belpaese di una società di commercio legnami con sede a Giacarta, in Indonesia. Una lunga lista di clienti del Nord Italia e diversi container di legno teak che arrivavano soprattutto al Porto di Venezia per rifornire i vari acquirenti.

Con un particolare però: a volte le fatture erano regolari e su quelle l'imprenditore si intascava le provvigioni (i 30mila euro in media dichiarati ogni anno), a volte invece erano abilmente cammuffate. Erano molto simili a quelle del gruppo indonesiano per cui lavorava, tra marchio, insegne e scritte, ma alla fine c'era il suo di codice Iban. Era lui dunque che vendeva direttamente la merce importata, in barba ai suoi datori di lavoro. Per questo motivo, dunque, l'evasione fiscale è lievitata sempre più fino a raggiungere livelli milionari. Fatale per l'imprenditore la perquisizione dei baschi verdi, su disposizione della Procura di Venezia: nella sua abitazione è stata trovata documentazione, sia pure frammentaria, tra carte, appunti e scritti contabili che hanno consentito di ricostruire la reale attività e tutto ciò che in cinque anni era stato nascosto al Fisco. A insospettire gli investigatori l'elevato numero di importazioni di legno a fronte, in contronto, delle esigue somme dichiarate come provvigioni. L'imprenditore è stato denunciato per i reati tributari di occultamento e distruzione delle scritture contabili e per aver presentato dichiarazioni fiscali infedeli.

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