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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Spinea

Spinea: accusata di morosità dall'Enel, ma a non pagare era il vicino di casa

Disavventura per una famiglia che da novembre 2011 ha ricevuto tre visite di tecnici del gas e carabinieri per leggere il contatore. Ma il numero civico cui dovevano suonare era quello accanto

Non hanno nemmeno il contratto del gas con Enel, eppure subìscono per tre volte l’insistenza degli incaricati che prentendono di entrare nella loro abitazione per controllare i contatori, accusandoli di morosità. E alla fine risulta essere tutto frutto di uno scambio di persona e di indirizzo: la persona che Enel cercava era un vicino di casa. A rendere pubblica questa storia è l'Adico, associazione a difesa dei consumatori. "La famiglia di Spinea protagonista non ha ricevuto nemmeno una scusa - si legge - tantomeno il risarcimento per danni e traumi emotivi patiti di 2mila euro richiesto".

Katia Castellaro ha vissuto tutto in prima persona. Le "visite" iniziano il 30 novembre 2011, quando una squadra di tecnici di Enel Energia suona alla sua porta: in casa c’è solo la figlia 23enne (che risiede altrove ed era passata per caso), che subito telefona alla madre la quale, insospettita dall’insistenza degli uomini che pretendono di entrare per controllare il contatore, contatta Enel chiedendo se fossero previsti controlli: ma dal call center rispondono che nessuna visita era in programma al loro civico. La signora Castellaro quindi suggerisce alla figlia di non aprire, temendo oltre tutto una truffa, e che la figlia riferisca agli uomini di tornare dopo le 16.30 in modi da trovare lei a casa. Al rientro dal lavoro, il secondo fatto: i vicini riferiscono alla donna che in sua assenza una pattuglia dei carabinieri era passata per casa, chiedendo informazioni sulla famiglia residente.

La mattina seguente i militari suonano alla porta alle 7.30 di mattina (in casa ci sono mamma, papà e la figlia minore di 8 anni). Ma la "persecuzione" non è finita: alle 16.30, dopo essere andata a prendere la figlia a scuola, Katia Castellaro trova fuori di casa due tecnici Enel e un terzo uomo in borghese. "A quel punto ho chiesto a cosa fosse dovuta tanta fretta, visto che di solito se l’utente non viene trovato in casa viene lasciato un bigliettino per riconcordare la visita – sbotta infuriata la signora – e chiedo a uno dei due tecnici di mostrarmi il cartellino di riconoscimento, su cui c’è scritto Enel. Eppure i due continuano a ribadire di dover controllare il contatore del gas. Peccato che io non sia contrattualizzata con loro, bensì con Veritas".

Alla fine la signora tira fuori contratto e bollette, il capo tecnico controlla i dati e la signora Castellaro lo avrebbe sentito bisbigliare che numero di matricola del contatore e nome non corrispondevano con quelli che stavano cercando, ma nonostante ciò insiste per entrare in casa. A quel punto arriva anche una volante dei carabinieri con due agenti a bordo. Nonostante le proteste della donna, vengono completate le ultime verifiche, e nel frattempo la donna si ricorda che due settimane prima aveva visto un tecnico del gas entrare nel suo giardino privato passando attraverso la finestra del vicino per leggere il contatore. "Il tecnico Enel aveva un foglio in cui erano segnati tutti i dati della persona che stavano cercando: nonostante fosse evidente che non ero io, c’è voluta mezz’ora perché, alla fine, mi chiedessero se conoscevo un certo signore: è il proprietario della casa a fianco della mia, che è in vendita – conclude Katia Castellaro – sarebbe bastato che controllassero bene il civico per evitarmi questa disavventura".

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