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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marghera

Si trasferisce, arriva bolletta da 2mila euro: "Non è una prova"

Il giudice di pace di Venezia ha accolto la contestazione di un operaio calabrese cui era arrivata la maxi fattura e che si è rivolto ad Adico contro il gestore: "La fattura non dimostra il servizio: sentenza storica"

La bolletta del gas o dell’energia elettrica non basta a dimostrare che effettivamente l’azienda abbia erogato il servizio. E in un procedimento ordinario non può essere utilizzata come prova per richiedere all’utente il pagamento di una determinata somma. Al netto del linguaggio giuridico, è questa la sentenza, per certi versi unica e rivoluzionaria, con la quale il giudice di pace di Venezia ha accolto la contestazione di G.O., operaio di origine calabrese residente a Marghera, che si è affidato all’ufficio legale dell’Adico per opporsi a un decreto ingiuntivo tramite il quale il gestore chiedeva all’uomo il pagamento di 2.616,67 euro per bollette del gas risultanti insolute e relative all’utenza di una casa a Cosenza, dove l’uomo aveva vissuto fino al 2002.

LA VICENDA. Qualche mese fa l'uomo riceve dal gestore un decreto ingiuntivo per un ammontare di oltre 2mila e 600 euro per fatture di fornitura di gas rimaste insolute per una utenza calabrese. G.O. contesta all’azienda di essersi trasferito in Veneto nel 2002 e dunque di non dover nulla, in ogni caso eccepisce la prescrizione per le bollette antecedenti al 2008. L'azienda di fornitura contesta all’operaio di aver chiesto la rescissione dal contratto solo nel 2012. L’uomo si affida ad Adico che tramite il proprio ufficio legale presenta opposizione al decreto ingiuntivo. Alla fine, il giudice dà ragione a G.O.: le fatture presentate come prova “non possono assurgere a prova dell’avvenuta fornitura in quanto le bollette emesse nell’ambito del rapporto di utenza hanno natura di atti unilaterali contabili inidonei a fornire prova del credito in esse indicato, restando quindi onere del creditore-opposto dimostrare tanto l’avvenuta esecuzione della prestazione quanto la sua corretta quantificazione e corrispondenza al compenso pattuito”. Tradotto, in giudizio la fattura non vale come prova. Alla fine, il tribunale accoglie l’opposizione di O.G. e revoca il decreto ingiuntivo.

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