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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Jesolo / Via Roma Destra

Costrette a prostituirsi anche se incinte o minorenni, due fermati

Pesanti le accuse per una coppia di cittadini ungheresi finita nel mirino della squadra mobile. Il blitz a Jesolo, vicino a un distributore di benzina

Senza scrupoli. Peggio. Più le ragazze avevano un passato problematico e più era semplice "addomesticarle". Renderle roba loro. Un piglio imprenditoriale, come se al posto di giovani donne si stesse parlando di catene di montaggio. Del resto qualcosa queste vittime producevano: soldi. Tanti. Migliaia di euro a sera. Un introito pronto a lievitare con la bella stagione. Due cittadini ungheresi (un 39enne e un 57enne) lunedì sera sono stati sottoposti a fermo con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Anche minorile, per cui si rischia una pena da sei a dodici anni.

ORFANA E ABUSATA - Proprio da una diciassettenne del paese magiaro arriva infatti la storia più difficile. Senza genitori, la giovane pronta lunedì sera a offrirsi al miglior offerente vicino a un distributore  di benzina di via Roma Destra a Jesolo, era stata rinchiusa in un orfanotrofio. Poi l'affido a una famiglia, che si è rivelato un salto dalla padella alla brace. Dall'uomo che avrebbe dovuto farla crescere sono arrivate solo molestie sessuali. Quindi il ritorno all'orfanotrofio, per poi essere reclutata per un lavoro in Italia. Finalmente avrebbe potuto essere la svolta. Invece no. La giovane è finita vittima dei due sfruttatori (una terza persona è ricercata), arrivati a Jesolo nei primi giorni di aprile.

COME BASE UN CAMPEGGIO - Le donne alloggiavano in una roulotte di un campeggio della località balneare. Gli uomini (che si tenevano tutti i soldi per sé, sequestrando subito anche i passaporti) pagavano di settimana in settimana. Come dei turisti qualsiasi. Pronti all'occorrenza a traslocare in fretta e furia. Un'organizzazione snella, basata sui legami instaurati nel tempo in un piccolo villaggio rurale ungherese.

LA CONFESSIONE - A scoperchiare il calderone la denuncia di una delle prostitute. O quella che i suoi sfruttatori avrebbero voluto diventasse una prostituta. La donna, infatti, aveva raggiunto il Belpaese allettata da una proposta di lavoro. Incinta di cinque mesi. Subito, invece, era finita sulla strada. Nonostante la pancia fosse ben visibile. Alcuni giorni per prendere coraggio e poi la malcapitata si è presentata il 7 aprile agli uffici del commissariato locale di Jesolo, raccontando il proprio inferno personale con la collaborazione dei servizi sociali di Venezia. Sulla base delle sue dichiarazioni gli uomini della squadra mobile di Venezia hanno organizzato pedinamenti e appostamenti. Lunedì sera, dopo che gli sfruttatori avevano consegnato alle loro vittime gli abiti succinti da indossare, i due fermati e tre prostitute sono stati seguiti dagli agenti. I cinque erano a bordo di una Golf verde con targa ungherese. Una volta arrivati sul posto di "lavoro" (tra cui la diciassettenne, che alle forze dell'ordine ha fornito un documento falso) è scattato il blitz.

IL BLITZ - Le altre due prostitute avevano 21 anni, ognuna provvista di una scheda telefonica per essere controllata a distanza. E per ottimizzare i guadagni: per la prestazione si pagavano da trenta a cinquanta euro. Per dieci minuti, non di più. Altrimenti scattava la maggiorazione sul prezzo. Sequestrato a uno dei due fermati un manganello telescopico in acciaio utilizzato per vincere con la forza la concorrenza di altri gruppi criminali.

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