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Cronaca

Post Covid: preoccupazione per infiltrazioni mafiose e usura

Nei primi cinque mesi del 2020 sono stati svolti accertamenti patrimoniali nei confronti di 139 persone

Usura, riciclaggio, truffe e frodi, anche on line, rincari sui prezzi, indebite percezioni di risorse pubbliche, violazioni al codice degli appalti. Sono questi i reati che preoccupano di più la guardia di finanza, che più che mai in questo periodo post emergenza sanitaria, con le difficoltà finanziarie che già si fanno sentire, sta concentrando le proprie forze nel cercare di contrastare questo genere di fenomeni che colpisce il tessuto economico.

Sono stati circa 8mila i controlli svolti da marzo per assicurare il rispetto delle misure di contenimento della pandemia: quasi 360 i denunciati per violazioni commesse nel periodo dell’emergenza. Con riguardo al contrasto all’infiltrazione mafiosa, nei primi cinque mesi del 2020 sono stati svolti accertamenti patrimoniali nei confronti di 139 persone, con beni mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie, di valore pari a 32,4 milioni di euro, proposti per il sequestro. I provvedimenti di sequestro e confisca hanno raggiunto la quota di 630 mila euro. Sono stati, invece, 1.500 gli accertamenti a seguito di richieste arrivate dai prefetti, la maggior parte dei quali riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia. Ammonta, poi, ad oltre 80 milioni di euro il valore dei bensequestrati, a seguito di 23 interventi in materia di riciclaggio e auto-riciclaggio. Supera i 43 milioni di euro, il valore dei beni sequestrati nei confronti di persone responsabili di usura.

Sono stati anche denunciati 67 cittadini per frode in commercio (47), vendita di prodotti con segni mendaci (4), truffa (1), falso (2) e manovre speculative su merci (13), constatate sanzioni in 13 casi e sottoposti a sequestro circa 330mila tra mascherine ed oltre 2.700 litri di igienizzanti (venduti come disinfettanti). Denunciate anche 13 persone per  manovre speculative su merci e stati sequestrati oltre 5mila beni, alcuni dei quali commercializzati al pubblico con ricarichi sino al 900 per cento rispetto al prezzo di acquisto. 

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