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Cronaca

Fogli di via per gli scontri di Padova, Tommaso Cacciari annuncia: «Disobbediremo» VD

Il provvedimento ha colpito 6 attivisti dei centri sociali per via dei disordini avvenuti il 17 luglio 2017. La protesta: «Dovrebbero darci una medaglia, lottiamo contro i neofascisti»

Sei fogli di via nei confronti di altrettanti attivisti provenienti dal mondo dei centri sociali. Di questi, cinque sono di Venezia e dintorni, uno di Vicenza. Il nome più noto è quello di Tommaso Cacciari, leader del Morion e uno dei volti dei "no grandi navi". Per protestare contro i provvedimenti (sui quali è già stato presentato ricorso al Tar) hanno indetto una conferenza stampa a Palazzo Moroni, Padova, annunciando chiaramente l'intenzione di non rispettare la limitazione imposta dalla questura. Ai microfoni - riporta PadovaOggi - c'era un'associazione composta da attivisti del c.s.o. Pedro di Padova, sindacalisti dell'Adl Cobas, rappresentanti del Quadrato Meticcio e di Bios Lab.

Scontri nelle piazze di Padova

I fatti per cui sono stati emessi i fogli di via risalgono al 17 luglio 2017. «Rivendico tutto quello che è successo quel giorno - spiega Cacciari -. Doveva esserci una parata di Forza Nuova e del Fronte Veneto Skinhead. Queste sono organizzazioni neonaziste. Sono personaggi che si rendono protagonisti di episodi che hanno connotazione assolutamente razzista: festeggiano con le svastiche, imbiancano di schiuma ragazzini neri. La discriminazione è il loro pane quotidiano. Noi abbiamo semplicemente difeso i valori dell’antifascismo. E la Costituzione. Meriteremmo un encomio, non denunce e fogli di via».

Il provvedimento

«Il foglio di via - prosegue - è una pena già scritta. Il questore di Padova ha già deciso senza la possibilità che io mi possa difendere. L'ordinanza dice che ho partecipato ai fatti di luglio e che per questo sono stato denunciato. Mi difenderò in tribunale e, come nella maggior parte dei processi che ho subito da quando faccio attività politica, probabilmente sarò ancora una volta assolto. La procura di Padova mi ha denunciato una volta in tutti questi anni».

Disobbedienza

Il punto che più viene messo in evidenza dell’ordinanza è questo passaggio: «Poiché il medesimo non ha stabile dimora, né vi esplica nessuna attività lavorativa, né vi ha interessi leciti, si ritiene che la sua permanenza sia finalizzata al compimento di finalità illecite». «Sembra una battuta quella che fa il questore - commenta Cacciari - Le sue conclusione sarebbero quindi che se una persona non lavora o non ha parenti in una città, si presume che se ci va lo faccia per compiere attività illecite. Sono a Padova tutte le settimane, per diverse e svariate ragioni. Sono però anche un devoto del Santo, dal quale mi reco ogni settimana per pregarlo di togliere i fascisti dal nostro Paese».

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