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Cronaca

Le fratture al femore fanno meno paura: record di pazienti operati tra le 24 e le 48 ore

Ulss4 ai vertici in Veneto per la velocità degli interventi chirurgici. "La degenza media ospedaliera si è ridotta di circa 2 giorni con soddisfazione dei pazienti"

Un record di velocità, che questa volta riguarda la rapidità degli interventi chirurgici, effettuati nell'Ulss4 nel 2017, in caso di fratture di femore. Lo confermano i numeri dell’attività, che evidenziano un trend in ulteriore aumento rispetto a quello già positivo, infatti il 91% dei pazienti sono stati operati al femore entro le 48 ore dall’evento traumatico, con punte che arrivano addirittura al 97% (sempre nelle 48 ore).

Da record anche il dato dei pazienti operati al femore entro le 24 ore dall’evento dove si raggiunge la percentuale del 90%. L’Ulss4 sale così ai vertici regionali per le elevate percentuali di persone operate nelle 24 e nelle 48 ore, con conseguenti benefici per il paziente e organizzativi dal punto di vista aziendale, con il coinvolgimento dei dipartimenti Area Chirurgica, Area Critica, Diagnosi e Cura.

Pazienti anziani

"Operare in tempi brevi un paziente con frattura di femore, in particolare quando è anziano – sottolinea il direttore generale dell’Ulss4, Carlo Bramezza - significa gestire in primis dolori fortissimi, ma significa anche ridurre al minimo possibili complicanze collegate al trauma e all’età, dal punto di vista fisico e cognitivo. Con la migliore gestione complessiva dei pazienti fratturati al femore è stato sensibilmente migliorato l’assetto assistenziale, e a parità di risorse è stata ridotta la degenza nella fase post operatoria. Non a caso, nell’ultimo anno la degenza media ospedaliera in questa Azienda si è ridotta di circa 2 giorni con piena soddisfazione dei pazienti stessi dato che, dopo l’intervento, preferiscono rientrare prima possibile a casa".

Primo soccorso

Il risultato è frutto di un modello di gestione innovativo del paziente imperniato sull’integrazione dipartimentale delle diverse unità operative coinvolte nel processo di cura, coordinato dal dottor Fabio Toffoletto, e già oggetto di interesse da parte di Aziende Ospedaliere Universitarie. Il tutto inizia già al pronto soccorso ospedaliero, porta di accesso per i casi di frattura del femore, dove il paziente viene sottoposto in sequenza a una serie di “screening” e di attività che prevedono: trattamento del dolore, verifica di possibili situazioni scatenanti disagio psichico, verifica delle condizioni cliniche generali, visite ortopedica e anestesiologica. A questo punto il paziente viene inviato direttamente in sala operatoria per il ripristino del femore o, se le sue condizioni fisiche non lo acconsentono, viene trasferito nel reparto ospedaliero per essere adeguatamente preparato all’intervento operatorio. "E non è finita qui – conclude il direttore generale Bramezza – l’obiettivo è arrivare quanto prima al trattamento di tutte le fratture di femore entro le 24 ore dall’evento traumatico".

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