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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Fundamentals", la Biennale torna a guardare alle basi dell'architettura

Il curatore dell'esposizione, l'archistar Rem Koolhaas, punta sugli elementi fondamentali della disciplina. Il presidente della Biennale Baratta: "Non c'è solo la spettacolarizzazione"

"Fundamentals" è il tema scelto dal curatore olandese Rem Koolhaas per la quattordicesima mostra internazionale di Architettura in programma a Venezia dal 7 giugno al 23 novembre 2014. Koolhaas e il presidente della Biennale Paolo Baratta hanno incontrato oggi i rappresentanti di 40 Paesi che parteciperanno alla mostra. "Fundamentals - ha dichiarato l'archistar - sarà una biennale sull'architettura, non sugli architetti".

Dopo diverse Biennali dedicate alla celebrazione del contemporaneo, Fundamentals si concentrerà sulla storia e sugli inevitabili elementi di tutta l'architettura utilizzati da ogni architetto, in ogni tempo e in ogni luogo (la porta, il pavimento, il soffitto) e sull'evoluzione delle architetture nazionali negli ultimi 100 anni.

In tre manifestazioni complementari - che si svolgeranno al Padiglione Centrale, all’Arsenale e nei Padiglioni Nazionali – "questa retrospettiva darà luogo a una rinnovata comprensione della ricchezza del repertorio di fondamenti dell’architettura, che attualmente sembra essere esaurito - ha affermato Koolhaas - le architetture che un tempo erano specifiche e locali sono diventate intercambiabili e globali. Sembra che l'identità nazionale sia stata sacrificata sull'altare della modernità".

Il presidente Paolo Baratta ha fatto il punto sull’evoluzione della Biennale Architettura, e di conseguenza sulla scelta di Rem Koolhaas: “Siamo universalmente riconosciuti come il più importante appuntamento del mondo per l’Architettura - ha dichiarato - siamo il luogo dove l’Architettura parla di se stessa e incontra la vita e la società civile. Proprio per questo negli ultimi anni siamo partiti dalla constatazione della separatezza e del divario tra la “spettacolarizzazione” dell’architettura da un lato, e della scarsa capacità di esprimere domanda ed esigenze da parte della società civile dall’altro. Gli architetti sono stati chiamati prevalentemente a realizzare opere stupefacenti e l’«ordinario» è alla deriva, verso la banalità quando non lo squallore: una modernità mal vissuta. Al culmine di questo percorso abbiamo chiesto a Rem Koolhaas di impegnarsi su questo terreno con una ricerca originale".

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