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Cronaca

Ultimo ricordo del padre di Valeria: "Per i giovani che non si arrendono"

Alberto Solesin, durante i funerali della figlia, ha commosso i presenti con le sue toccanti parole. Ringraziamenti per le forze politiche e le istituzioni religiose

"Andare avanti, senza cedere all'odio". Questo il monito che Alberto Solesin ha voluto rivolgere a tutti i presenti durante le esequie della figlia Valeria, martedì mattina in piazza San Marco. Migliaia le persone radunate, che hanno ascoltato ammutolite, e profondamente toccate, le parole del padre.

IL DISCORSO - "Desidero inviare un pensiero a tutte le famiglie che in questo momento in Francia, in Europa, in molti altri Paesi, e non solo - ha detto Solesin, con a fianco la moglie Luciana - cercano come noi di superare il dolore per la perdita di un figlio, una figlia, un congiunto, un amico, un amore. Lo straordinario sentimento di vicinanza, di stima, d'affetto, che mia moglie, mio figlio ed io abbiamo vissuto in questi giorni acerbi, prima a Parigi, poi a Venezia, richiede di rivolgere ora a tutte le altre vittime lo stesso senso di umana partecipazione". Non è mancato un omaggio al Patriarca, al Rabbino e all'Imam di Venezia: "Ringrazio i rappresentanti delle religioni, cristiana, ebraica, musulmana, presenza congiunta in questa piazza - ha detto - che sono il simbolo del cammino comune degli uomini nel momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con il richiamo ai valori di una religione".

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Un riconoscimento è andato al capo di Stato, che, come riferito dal presidente dell'Ucoii, Izzedin Elzir, ha spiegato che tutti insieme è possibile vincere il terrorismo. "Ringrazio il Presidente della Repubblica - ha  proseguito Solesin - che ha voluto dare con la sua presenza un segno di unità nazionale, ringrazio le istituzioni di questo Paese, il ministro della difesa, il sindaco della città, i suoi collaboratori e funzionari che in questi giorni ci hanno accompagnato. Un pensiero - ha commentato - va in particolare all'unità di crisi della Farnesina e alle autorità diplomatiche di Parigi, non solo per l'aiuto accordatoci, ma anche per l'umanità e la sincera personale partecipazione con cui hanno realizzato il loro compito".

Poi il pensiero si è spostato su Parigi. "Saluto l'ambasciatrice di Francia - ha continuato il padre di Valeria - Paese che ha accolto mia figlia sette anni or sono spinta dalla curiosità del mondo, paese nel quale aveva iniziato a definire il suo progetto di vita. Ringrazio i cittadini che in questi giorni hanno manifestato così in tanti il loro affetto, portando un fiore o un saluto, gli amici che ci hanno aiutato a superare i momenti più duri".

Ed infine il ricordo  della figlia, Valeria. Una pausa, e la voce del signor Alberto si è incrinata: "Ripensandola non voglio isolare la sua immagine dal contesto in cui ho visto lei viveva in Parigi, l'Università, l'Ined, l'istituto nazionale di studi demografici, i bistrot, le birrerie dove amavano incontrarsi tante ragazze e ragazzi come Valeria, gioiosi, operosamente rivolti verso un futuro che tutti, mi pare, assieme a lei vogliono migliore. Qualcuno - ha poi ricordato - ci ha detto in questi giorni che la nostra famiglia ha rappresentato un esempio di compostezza e dignità. Mi è capitato di sentire parole tali, quasi che noi potessimo significare un esempio per molti. Se questo è appena lontanamente vero, questo era dovuto. È dedicato a tutte le Valerie e Andrea che lavorano, studiano, soffrono e non si arrendono. Un ultimo pensiero - ha poi concluso - va a mio figlio, Dario, che ha perso oltre che una sorella un riferimento, che dovrà ora ritrovare in se stesso, e ad Andrea, il compagno di mia figlia, che so tra quelli che non si arrendono".
 

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