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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Sant'Elena

Gianni come dj Fabo: è partito da Venezia trovando la "dolce morte" in Svizzera

Il 65enne, alle prese con una grave malattia, martedì mattina è spirato. Nella stessa clinica in cui ha cessato di vivere Fabiano Antoniani. La moglie: "Viviamo in un Paese incivile"

"Venni in questo universo, il perché non sapendo,/ Né il donde, com'acqua che scorre volente o nolente,/ E da esso uscirò, come vento nel deserto / Che soffia volente o nolente, non so verso dove". Con questi versi del "Rubaiyat of Omar Khayyám" Gianni Trez, il pensionato 65enne di Sant'Elena, ha deciso di salutare la vita. L'ha fatto martedì mattina nell'ormai nota clinica "Dignitas" dove esattamente 24 ore prima aveva trovato la "dolce morte" anche dj Fabo. Riportando al centro del dibattito dell'opinione pubblica il tema del "fine vita". "Se n'è andato sereno e senza alcun ripensamento", ha spiegato la moglie Emanuela Di Sanzo agli amici rimasti in laguna. I tanti che hanno accompagnato con il proprio spirito Gianni Trez durante il suo ultimo viaggio.

GLI AMICI DELLA LAV: "ANIMALISTA CONVINTO, SEMPRE STATO IN PRIMA LINEA"

Con lui ogni minuto la coniuge e la figlia, che in queste difficili ore continuano a spronare il Parlamento affinché si discuta finalmente una legge per il "fine vita": "Non ha sofferto, era sereno, io e mia figlia gli abbiamo stretto le mani fino all'ultimo - ha dichiarato Emanuela Di Sanzo in una nota diramata ai media - Voglio ringraziare Dignitas che ha permesso a Gianni di non soffrire. E sollecitare il nostro Parlamento a fare al più presto una legge sul fine vita perché non è possibile che in un Paese civile una persona non possa scegliere come morire senza soffrire. Per tre volte la discussione è stata rinviata senza motivo". 

UNA RACCOLTA FONDI DELLA LAV IN SUO ONORE

Una vicenda che chiama in causa i "massimi sistemi". La filosofia, l'etica, la religione. Ma che ha soprattutto come protagonista una persona che, pur tra le mille ultime difficoltà, è riuscita a lasciare un segno profondo tra i veneziani. Un altruista e un generoso. Gianni Trez era un animalista convinto. Vegano. Ha combattuto diverse battaglie in prima linea assieme alla Lav, associazione di cui era socio. "Viveva praticamente in simbiosi con il suo 'Charlie' - racconta Tatiana Zanotti, responsabile della Lav di Venezia - Dopo la sua morte, causata dall'aggressione di altri cani, Gianni nel giro di un anno ha visto la sua vita cambiare radicalmente".

IL RAPPORTO STRETTO CON CHARLIE E LA POESIA D'ADDIO

Un percorso costruito con razionalità e lucidità. Fin dall'inizio. "E' una sofferenza senza senso - aveva dichiarato in un'intervista a Il Fatto Quotidiano lunedì - Potrei vivere ancora mesi, forse anni, ma non riesco a mangiare, a parlare, a dormire. Provo dolori lancinanti. Mi sono informato, ho mandato le cartelle cliniche. E alla fine, dopo mesi di attesa, mi hanno convocato".

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