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Cronaca Marghera

Bambini con la stella di David, mamma musulmana si indigna

A Marghera i professori hanno consegnato agli alunni i simboli della segregazione razziale, ma un genitore l'ha considerato forma di violenza

Polemiche e contestazioni anche nel giorno della Memoria: in una scuola di Marghera, come riporta la Nuova Venezia, le iniziative scelte dagli insegnanti per commemorare la tragedia della Shoah hanno suscitato l'indignazione di una delle mamme, una veneziana convertita all'islamismo, che ha visto il suo bambino uscire dalla classe con una stella di David appuntata alla cartella.

INCOMPRENSIONI E INTOLLERANZE – La consegna delle stelle gialle a sei punte era infatti una delle attività messe in piedi da corpo docenti per spiegare ai bambini una delle pagine più spaventose della Storia, ma, stando a quanto dicono i professori, nessuno è stato obbligato ad indossarla. Diversa l'opinione della mamma indignata, che è anche la fondatrice del Movimento per il Diritto delle Donne Musulmane in Italia: secondo la donna, che comunque sottolinea l'importanza di ricordare lo sterminio dei cinque milioni di esseri umani sterminati dalla macchina nazista, si sarebbe trattato di un'iniziativa “esagerata” e offensiva, una “forma di violenza” nei confronti di suo figlio.

STELLE E MEZZELUNE – La donna rimarca come nella scuola non sia consentito portare il velo islamico, troppo spesso considerato in Italia simbolo di oppressione, e che nessuno organizza mai “giornate della Memoria” per ricordare i tanti musulmani sterminati nel corso dei secoli: nessun bambino è stato mai fatto uscire dalla classe con una mezzaluna rossa appuntata alla cartella, ma si chiede di farlo con il simbolo dell'ebraismo. E se, si chiede la mamma musulmana, tra i tanti bambini stranieri presenti nelle classi ci fosse anche qualche palestinese? Come sarebbe vista quella stella gialla? L'ipotesi non è così peregrina: con una media di un alunno straniero su tre la scuola elementare di Marghera è probabilmente la più multietnica della città. Secondo qualcuno, comunque, se anche fosse stato un “obbligo” per i bambini quello di portare le stelle di stoffa, l'iniziativa della scuola avrebbe comunque avuto una sua valenza pedagogica: in fondo anche chi portava quei simboli sulle giacche tra il 1933 e il 1945 non lo faceva certo per sua scelta e forse proprio con una “forma di violenza” simile si poteva far capire ai bambini cosa significava l'oppressione e la paura del diverso.

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