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Cronaca Zelarino / Via Paccagnella

Giovane soffre di spasmi, il suo cervello lo controlla una macchina

Innovativo intervento all'ospedale dell'Angelo. A un 17enne padovano impiantato un neurostimolatore che permetterà di controllare il piede

Il suo piede era divenuto incontrollabile a causa di alcuni spasmi improvvisi. Non era colpa sua, ma della malattia che, silente per molti anni, ha iniziato a manifestarsi durante l'adolescenza. Ora, però, grazie a un "Versice deep brain stimulation system", un sistema di stimolazione cerebrale profonda, potrà avere una vita come tutti. Normale. Fino a dieci giorni fa, prima del ricovero all'ospedale Dell'Angelo di Mestre, un 17enne padovano non poteva nemmeno sognarlo.

Se il decorso sarà positivo la "Distonia Ereditaria di tipo DYT1" (la malattia che lo ha colpito) potrà essere controllata tramite degli impulsi artificiali inviati al cervello. L'intervento, il primo in Italia, è stato effettuato lunedì 9 dicembre al Dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale mestrino. La Distonia Primaria è una sindrome caratterizzata da una contrazione prolungata dei muscoli, che causa frequentemente movimenti ripetitivi e di torsione, spesso con l’assunzione di posture anomale.

Il sistema, messo a punto a Boston, è costituito da un neurostimolatore collegato a sottili elettrocateteri. Lo strumento emette leggere stimolazioni che “viaggiano”, attraverso gli elettrocateteri, fino al cervello. In questo modo, il cervello viene sollecitato a impartire quei particolari comandi, destinati ai muscoli, che favoriscono il migliore coordinamento dell’attività motoria e la riduzione degli spasmi muscolari e delle posture anomale. La stimolazione cerebrale profonda (DBS) non è comunque una cura, in quanto non risolve le cause della patologia, ma interviene sui sintomi più evidenti e migliora complessivamente lo stato del paziente.


Il nuovo sistema impiantabile “Versice” si distingue rispetto ai precedenti sistemi impiantabili soprattutto nella durata e ricaricabilità delle sue batterie, che possono durare fino a 25 anni, evitando così l’impianto di sostituzione del dispositivo, normalmente previsto dopo qualche anno, con enormi vantaggi fisici e psicologici per il paziente e notevole riduzione dei costi sanitari.

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