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Cronaca

Ecco il "Tresse nuovo", canale per grandi navi da 140 milioni di euro

Progetto presentato martedì dal sindaco Brugnaro e dal presidente del Porto Costa. Ora la palla passa al Governo: "Pronto in venti mesi"

È stata presentata come "la nuova via d'acqua alternativa che toglierà le navi da San Marco": si chiama "Tresse nuovo", ed è il progetto partorito dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, insieme al presidente dell'autorità portuale lagunare Paolo Costa. La promessa, come da programma elettorale, è quella di consentire alle navi da crociera di raggiungere il terminal della Marittima evitando di transitare nel canale della Giudecca, grazie a un "modesto raccordo tra il canale Malamocco-Marghera e il canale Vittorio Emanuele". Un progetto che vale 140 milioni di euro per 20 mesi di cantieri, ma soprattutto, secondo il sindaco, che salverebbe 5mila posti di lavoro. Si tratta dei dipendenti diretti e dell'indotto che ruoterebbero attorno a questi traffici.

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BRUGNARO AI COMITATI: "BASTA CON I GUFI, FIDATEVI" - VIDEO

Il nuovo tracciato, evidenzia Ca' Farsetti, consentirebbe di ottenere contemporaneamente quattro obiettivi: eliminare la navi da San Marco; salvaguardare la Marittima e quindi l'eccellenza mondiale crocieristica veneziana; salvaguardare l'efficienza del porto commerciale e industriale a Marghera (eliminando interferenze tra traffico merci e passeggeri); identificare una soluzione con impatti minimi sull'ecosistema lagunare. Su questo punto, in particolare, non sono d'accordo i comitati ambientalisti (Italia Nostra, No grandi navi,  Ambiente Venezia), anch'essi presenti martedì a Ca' Farsetti per manifestare il proprio dissenso. "Smettiamola con i gufi. Non dobbiamo più avere paura - ha attaccato il primo cittadino - per una volta fidatevi".

Il percorso prevede che le navi entrino in laguna dalla bocca di porto di Malamocco, percorrano un tratto del canale Malamocco-Marghera (già adatto o ospitare grandi navi) fino all'isola artificiale delle Tresse. Da qui, grazie a un canale che attraversa l'isola trasversalmente, ci si raccorta con il tratto finale del canale Vittorio Emanuele, per giungere al terminal di Marittima. In sostanza si tratta di realizzare un nuovo canale lungo 1,2 chilometri e profondo 10,5 metri che attraversi l'isola delle Tresse, per un escavo complessivo di 2,7 milioni cubi di terra (di cui 1,8 in classe A, da utilizzare per il refluimento in barena, fanghi classe B e C per 870mila metri cubi da portare all''isola delle Tresse e 40mila di classe oltre la C, da conferire ai nuovi impianti Moranzani). Inoltre, le opere di manutenzione del canale esistente Vittorio Emanuele. "E' un progetto molto meno impattante rispetto al precedente - ha dichiarato il presidente dell'Autorità portuale Paolo Costa - Obiettivo non incidere su aree pulite e utilizzare il nuovo canale per pulire aree inquinate". In questo modo andrà avanti, se arriverà l'ok vincolante del Governo, anche il progetto del Vallone Moranzani. Si tratta di un disegno simile a quello che ha portato alla nascita del parco di San Giuliano: maxi conca dove posizionare i fanghi inquinanti, dopodiché sopra terra e verde. Potrebbe quindi sorgere un nuovo polmone in città. Per tutto però ci vorrà tempo, dunque è probabile che le navi da crociera per il 2016 e forse anche per il 2017 transiteranno ancora per il Canale della Giudecca.

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Brugnaro presenta il "suo" progetto per le grandi navi

"Questo progetto, primo a essere presentato come proposta univoca della città - ha precisato Brugnaro - lo avevamo già illustrato in campagna elettorale e oggi abbiamo voluto dettagliarlo per far vedere realmente a tutti quale sarà il percorso, che non prevede alcun impatto ambientale o paesaggistico". Il primo cittadino ha quindi ricordato che tutti i dubbi circa i fanghi inquinati non hanno ragione d'essere in quanto il materiale di escavo verrà posto in appositi luoghi dedicati, mentre l'escavo sarà eseguito con innovative tecniche a secco, per evitare la dispersione in acqua degli eventuali inquinanti. "I veneziani - ha concluso - hanno già deciso il tracciato dandoci il voto. Ora aspettiamo, dalla legge di stabilità, che il Governo ci dia un segnale chiaro riconoscendo la nostra specialità. Noi, da parte nostra, vogliamo salvaguardare 5mila posti di lavoro, rilanciare la nostra economia e con essa Porto Marghera, e ricordare al Governo che Venezia è un'Expo vivente, che può dare molto all'Italia e a tutta l'Europa".

Insomma, una soluzione al problema delle grandi navi c'è, ed ora è stata messa nero su bianco pronta per essere presentata al Governo. Il progetto dettagliato sarà infatti inviato alla Regione e al ministero delle Infrastrutture ai sensi della Legge obiettivo 443/2001, tenuto conto che il nuovo raccordo rientra tra gli "interventi per la sicurezza dei traffici delle grandi navi nella laguna di Venezia" previsti nel piano infrastrutture strategiche 2014. La palla passa al ministero.

"Stiamo parlando di come rendere compatibile la città, in modo che possa prendere di nuovo in mano i propri destini - ha sottolineato Costa - Le crociere, con il loro indotto, danno possibilità di farlo". Rispondendo a una domanda sui fumi delle navi, ha spiegato che ai costi del nuovo canale, vanno aggiunti altri dieci milioni, che l'Autorità portuale sta spendendo per l'alimentazione delle navi da terra. Sabato mattina, dopo 40 anni, partirà da Fusina il primo treno portuale per la Germania. "Riapriamo così - ha sottolineato - un mercato che avevamo perso, in un momento in cui Marghera può tornare motore dello sviluppo. E il porto gli fornisce il plus: la vicinanza al mare, che significa vicinanza ai mercati mondiali. Le crociere, in questo contesto, sono una piccola cosa, anche perché noi siamo un'eccezione nel mondo crocieristico, visto che i viaggi in nave non vengono visti come un modo per venire a vedere Venezia. Si tratta insomma di un semplice traffico, di gente che viene qui solo per partire e andare a vedere la Grecia, la Turchia o altri posti: volendo estremizzare, se il traffico che stiamo caricadno fossero vacche e non persone, sarebbe lo stesso: su 2,5 milioni di viaggiatori, infatti, ben 1,8 sono di questo tipo".

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