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Cronaca

Grandi Navi, il ring tra Orsoni e Costa si è spostato al porto

Il primo cittadino lagunare: "Il problema principale è il modello di sviluppo del porto". La replica di Costa: "C'è chi discute e chi dice no a tutto"

Continua lo scontro tra il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e il presidente del Porto Paolo Costa sulle soluzioni per allontanare le navi da crociera dal bacino di San Marco. Il ring stavolta si è spostato (e non poteva essere altrimenti) alla cerimonia di inaugurazione dell'anno portuale, cui hanno partecipato, oltre al primo cittadino e al presidente dell'Autorità portuale, tra gli altri anche il presidente della Regione Luca Zaia, l'assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso e il presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato.

Il 25 luglio, infatti, giorno in cui le parti si siederanno al tavolo dei ministeri dell'Ambiente e delle Infrastrutture e da cui scaturirà la soluzione ufficiale alle Grandi Navi in laguna, si avvicina. Da una parte il Comune, che intende portare come misura emergenziale le navi da crociera a Porto Marghera, dall'altra il Porto, che punta sullo scavo del canale Contorta-Sant'Angelo e a mantenerle in Marittima.

IL PORTO TIRA DRITTO: "SOLUZIONE IL CONTORTA-SANT'ANGELO"

ORSONI - Il sindaco Giorgio Orsoni nel suo intervento ha puntato il dito sugli errori nella programmazione e nello sviluppo strategico del porto. "Le grandi navi sono solo la punta dell'iceberg di un problema più profondo e complesso - ha dichiarato - Non è comprensibile che un ente strumentale dello Stato ora partecipato anche dagli enti locali, si faccia promotore di un'iniziativa in conflitto con la pianificazione generale senza aver previsto di affrontare per tempo il problema delle grandi navi, che non nasce certo oggi, costringendo ad arrivare a un decreto di emergenza".

Orsoni, poi, ha ammesso che la soluzione definitiva al passaggio dei giganti del mare davanti a San Marco "ancora non c'é", ma ha bollato il progetto dello scavo del canale Sant'Angelo Contorta come "un rimedio peggiore del male, che potrebbe non bastare più tra due anni, dettato dalla logica di farsi guidare dagli eventi. E l'amministrazione - ha insistito - non può accettare uno sviluppo infinito dell'accessibilità al porto. Quando vedo che nell'emergenza si va a Marghera (il caso della nave da crociera 'Zenith' trainata in questo molo dopo un principio d'incendio a bordo ndr), temo che questa sia l'unica soluzione, peraltro indicata dallo stesso Porto. Nell'emergenza - ha concluso - si abbia l'umiltà di affrontare scelte attuabili da subito, anche non in linea con un certo modello organizzativo, dimostratosi peraltro sbagliato, se si è arrivati alla situazione emergenziale. Non si scherzi col fuoco: il ricatto occupazionale, chiudendo gli occhi sulla situazione ambientale, deriva dalla mancanza di una programmazione adeguata".

PAOLO COSTA - La replica di Costa non si è fatta attendere: "Faccio mie - ha premesso - le parole del sindaco: ognuno di noi deve fare la sua parte e il problema delle grandi navi è solo la punta dell'iceberg di un problema di fondo più ampio, che non deve essere però fatto prigioniero di un problema più piccolo. Può darsi - ha ammesso - che ci siamo svegliati tardi su questo tema, ma lo abbiamo fatto tutti, perché le stesse cose sono scritte in tutti i documenti oggi vigenti. E c'é differenza tra sedersi e discutere e dire che non va bene niente: tutti d'accordo che le navi non passino davanti a San Marco, il vero problema è il coordinamento tra i diversi soggetti che devono decidere". Ai cronisti poi ha spiegato che "ci sono due obiettivi imprescindibili: non mettere in crisi anche un solo posto di lavoro e il fatto che nessuno può salvare la crocieristica mettendo in crisi il resto del porto. Oggi come oggi, a carte ferme - ha proseguito -, non c'é alcun dubbio che, laddove il problema sia portuale, noi dobbiamo dare il nostro parere, proponendo una soluzione che risponda alle esigenze portuali. Non significa che questa debba essere la soluzione e basta: l'obiettivo comune è però avere una soluzione che permetta di non rinunciare alle crociere e di non mettere a repentaglio le altre attività portuali. Sarà il Ministero a trovare la sua soluzione.

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