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Cronaca San Marco / Piazza San Marco

I "nizioleti" si italianizzano, è battaglia per mantenere il dialetto

Il restauro dEI "fazzoletti" su cui si scrivono i toponimi porta "in regalo" consonanti doppie e traduzioni in italiano, ma la polemica si sgonfia

E' battaglia per mantenere i vecchi "nizioletti", ossia i "fazzoletti" bianchi che in centro storico indicano le calli e i campi. O meglio, che vengano restaurati pure (alcuni sono in condizioni molto difficili) ma che sopra si mantengano le "dizioni corrette". Quelle del dialetto veneziano.

Come racconta il Gazzettino, questa è la battaglia che stanno combattendo i fautori di una crociata web contro chi, sistemando i caratteristici toponimi, aggiunge qua e là qualche doppia. Italianizzando il tutto. Così "rio terà dei Assassini" diventa "rio terrà dei Assassini". Apriti cielo. Ne va delle radici di una città che sulla sua "peculiarità" si gioca gran parte del fascino che arriva in ogni parte del mondo.

Per "salvare il salvabile" un gruppo di cittadini membri del gruppo Facebook "Il presente e il passato dei nizioleti" sta per inviare una lettera ufficiale a Soprintenza e Comune chiedendo di preservare le scritte originali. Intanto, però, l'italianizzazione va avanti. E si scopre che a Venezia c'è "calle de la Madonnetta", oppure c'è la "parrocchia" al posto della "Parochia" o il "sottoportico" al posto del "sotoportego".

LA RISPOSTA DEL COMUNE - A chiarire tutto, spiegando che si tratta di un timore infondato, è stato l'assessore alla toponomastica, la filologa Tiziana Agostini, che sta appunto seguendo il restauro dei 'lenzuoletti'. Nessuna 'italianizzazione' ma un rispetto rigoroso della tradizione, perchè il Comune ha fatto riferimento al 'Catastico' della Serenissima Repubblica del 1700, una sorta di 'vangelo' per i nomi e i toponimi veneziani. "Confrontandoci con gli studiosi e con la Soprintendenza - ha detto Agostini - abbiamo scelto di affidarci a due criteri fondamentali: quelli della filologia e della linguistica, rifacendosi esattamente al 'Catastico' della Serenissima. 'Rio terrà', cioè interrato, era scritto con due erre, perchè da tradizione si scriveva con le doppie, ma poi si pronunciava senza di esse".

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