Sedi Pd imbrattate dai No Tav, dopo Zelarino ora tocca a Mestre

Nel giro di due giorni almeno cinque sedi del Pd sono state imbrattate da ignoti in tutto il nord-est, in quella che ormai sembra una crociata contro il partito: si tratterebbe di ritorsioni contro la sentenza di primo grado nel maxi processo "No Tav" di Torino. Dopo le scritte di Zelarino, comparse nella notte tra martedì e mercoledì, i vandali sono passati all'azione anche in via Hermada a Mestre. La sede del circolo "25 Aprile". Stessi epiteti e stessi toni che sono comparsi pure a Pontevigodarzere (Padova), a Udine e a Tavagnacco, in Friuli.

Probabile che in tutti i casi a scatenare i gesti sia stata la rabbia per la sentenza di primo grado riguardante gli scontri dell'estate 2011 in val di Susa, arrivata martedì: tra le molte condanne anche quella di un attivista del centro sociale Rivolta, cui sono stati comminati 4 anni e due mesi di reclusione.

Il gesto di Zelarino, dunque, è stato seguito a ruota nella notte successiva a Mestre, nel Padovano e in Friuli Venezia Giulia. In viale San Marco sono comparse generiche scritte offensive, mentre a Udine e Tavagnacco le invettive sono dirette contro la Tav e le condanne inflitte a Torino per gli scontri in Val Susa. A Pontevigodarzere, oltre alle scritte "No Tav" in vernice rossa, con tanto di falce e martello, sarebbero volate anche delle uova.

Sulla questione è intervenuto Nicola Pellicani, candidato alle primarie del centrosinistra veneziano: "Esprimo la massima solidarietà al Pd e ad ogni singolo iscritto e simpatizzante. Questi episodi sono segnali gravi che non vanno sottovalutati, anche perché avvengono durante la campagna per le primarie, un percorso limpido e democratico". E aggiunge: "Mi auguro che episodi di questo genere non si ripetano in futuro: contro simili gesti incivili, la miglior risposta è continuare il percorso intrapreso di democratico confronto su idee e programmi".