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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Via della Chimica

Vinyls: area bonificata: "Ci sono acquirenti interessati". La Regione rivuole i soldi spesi

Porto Marghera. Un lungo lavoro in collaborazione tra pubblico e privato ha permesso di rimuovere centinaia di tonnellate di scarti e superare l'emergenza acque contaminate

Area bonificata ed emergenza ambientale superata, o quasi. Per lungo tempo la situazione negli impianti ex Vinyls a Porto Marghera ha destato non poca preoccupazione per via dei serbatoi quasi colmi e il timore che una pioggia più forte del normale potesse far trasbordare il liquido e sversarlo in laguna. Ora si può guardare al futuro con più tranquillità, considerato anche che - come riferito dal commissario Mauro Pizzigati (che ha dovuto gestire il sito dopo il fallimento della Vinyls) - ci sarebbero due o tre realtà imprenditoriali che hanno dimostrato interesse per l'acquisto dell'area, il cui valore si aggira tra gli 8 e i 10 milioni di euro. Ci sono 10 ettari di terreni, alcuni fronte laguna e quindi molto appetibili, e edifici funzionali.

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OPERAZIONE DA 4,4 MILIONI DI EURO - Secondo la Regione è una "notizia importante e positiva", risultato del piano attivato dal tavolo tecnico interistituzionale di protezione civile, con il coordinamento della prefettura di Venezia, per fronteggiare la eventuale situazione di emergenza ambientale conseguente al pericolo di sversamento delle acque clorurate dell’impianto. Le aree, ora messe in sicurezza grazie all’utilizzo di 4,4 milioni dalle risorse del programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale del ministero dell'Ambiente, verranno riconsegnate alla curatela fallimentare. "Quello che presentiamo oggi – ha affermato l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marcato – è un tassello importante del percorso di riconversione complessiva di Porto Marghera".

REGIONE A CACCIA DEI SOLDI SPESI - Ci saranno con ogni probabilità anche i tempi supplementari: la Regione, che ha anticipato i fondi del governo per chiudere la fase dell'emergenza, tenterà di rientrare dei soldi. "E' prevista dalla legge una possibile azione di rivalsa - ha spiegato Pizzigati - perché il tavolo di coordinamento della Protezione civile è entrato in azione per evitare un possibile danno ambientale. Conto che ci potrà essere un ristoro totale o parziale delle risorse spese". Si tratta dei 4,4 milioni di euro, che potranno essere incamerati attraverso il recupero di eventuali crediti vantati dalla Vinyls, dalla vendita del sito o dalle revocatorie, ossia dal ristorno delle somme incamerate da eventuali creditori a ridosso della data di fallimento. "Tenendo conto delle entrate che ancora ci saranno - ha concluso Pizzigati - confido che ci possa essere un ristoro nel rispetto delle regole fallimentari".

COMUNI INTENTI DI PUBBLICO E PRIVATO - Il tavolo tecnico era stato avviato fin dal 2013 con lo scopo di fronteggiare la situazione determinatasi con l'abbandono dei presìdi di sicurezza degli impianti da parte della società, fallita. Della questione sono interessati la presidenza del Consiglio dei miinistri, il ministero dell'Ambiente e quello delle Infrastrutture. I lavori del piano d'emergenza sono stati affidati alla società partecipata Veneto Acque, che ha impiegato anche alcuni ex dipendenti in mobilità della Vinyls. Mesi in cui i lavoratori hanno dimostrato grande senso di responsabilità e attaccamento allo stabilimento, nonostante gli stipendi arrivassero col contagocce. Ci furono proteste e azioni eclatanti, nel nome della "dignità del lavoro".

QUANDO SARA' DEMOLITA LA SECONDA TORRE? - In questi anni sono state rimosse 800 tonnellate di rifiuti pericolosi presenti negli impianti e nei serbatoi di stoccaggio del reparto CV22-23. Scarti successivamente smaltiti in impianti autorizzati. Dopodiché è stato possibile proseguire con la demolizione dell'impianto a cura della società International Process Plants and Equipment Corp. Tra le ultime operazioni c'è l'abbattimento delle due torri. Fa parte del progetto anche l'opera di separazione delle condotte fognarie contaminate dalle canalette di raccolta superficiali, così da realizzare una rete indipendente che consenta lo scarico delle acque piovane direttamente in laguna senza la necessità di trattamento. Anche questi lavori sono conclusi. Nel corso delle attività, inoltre, la società ha rimosso materiale contenente amianto. L'ultimo punto di domanda è la data di smantellamento della seconda torcia, la più alta. Dallo stabilimento spiegano che i lavori sono già in corso da parte della ditta Rigato e che, anzi, l'intento è di chiudere la partita il prima possibile. Se possibile entro l'inizio di agosto.

UNA SQUADRA ALLARGATA - "I temi di carattere ambientale e la situazione dei dipendenti erano talmente critici che c'era assolutamente bisogno che tutti gli enti collaborassero tra loro - ha commentato l'ingegnere di Veneto Acque, Francesco Trevisan - Alla fine c'è la restituzione dell'impianto su un'area di 20mila metri quadri, oggi senza presenza di clorurati nelle acque superficiali". L'elenco di chi ha collaborato alla gestione dell'emergenza è sterminato: protezione civile, Ulss, Spisal, prefettura, forze dell'ordine, Regione, Comune, vigili del fuoco. Oltre che i privati. Difficile addirittura fare stare tutti dentro una stanza: "Credo che questo sia un esempio virtuoso da mettere in risalto di collaborazione tra pubblico e privato - ha commentato il viceprefetto, Natalino Manno - Era forse uno degli impianti più a rischio di incidente ambientale d'Europa. Ma l'altra professionalità di tutti ha riportato alla consegna dell'area che potrebbe essere input di eventuali investimenti".

ACCESSO PREFERENZIALE AI FONDI EUROPEI PER CHI INVESTE QUI - Non solo Vinyls. Come far ridecollare l'intera area di Porto Marghera? Regione e Comune stanno facendo fronte comune: "Questa è un'area che dal punto di vista della potenzialità non ha eguali in Europa - ha sottolineato l'assessore regionale Marcato - Abbiamo rimesso in piedi il Tavolo per Porto Marghera, l'8 marzo è stata ottenuta la dichiarazione di area di crisi complessa. Stiamo dialogando col Mise per ulteriori risorse, tanto che in futuro chi vorrà investire qui avrà una capacità di accesso ai fondi europei  privilegiata. Stiamo lavorando sulle bonifiche - ha concluso - su quelle di falda serve un colpo di reni da parte del governo per terminare i marginamenti. Servono 220 milioni di euro, non bruscolini. Ma la potenzialità del sito vale molto di più".

L'ASSESSORE VENTURINI: "SENTIMENTI CONTRASTANTI" - La conferenza stampa in un luogo oggetto di aspre contestazioni sindacali, che lasciano strascici anche oggi. Perché sono tante le famiglie che con il fallimento dello stabilimento sono rimaste senza fonti di reddito: "C'è un sentimento di tristezza per questo - ha dichiarato l'assessore comunale Simone Venturini - ma c'è anche un sentimento di speranza. CI sono delle condizioni prima non esistenti che lasciano trasparire una possibile nuova stagione per Porto Marghera. C'è un fatto concreto - ha concluso - la Pilikington riaprirà la produzione a novembre con 200 nuovi posti di lavoro".
 

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