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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Dorsoduro / Fondamenta Santa Maria Maggiore

Per protesta incendia il materasso in cella, due detenuti intossicati

L'incendio nella tarda mattinata di lunedì a Santa Maria Maggiore. Un carcerato marocchino ha appiccato le fiamme: "L'ha fatto per motivi futili"

Per protesta dà fuoco al materasso, finendo poi al pronto soccorso assieme al compagno di cella. Preoccupazione nella tarda mattinata di lunedì al carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia, quando un detenuto di nazionalità marocchina in qualche modo è riuscito ad appiccare le fiamme, rischiando grosso. Il fumo si è quindi allargato anche all'area circostante la cella, e avrebbe potuto causare gravi danni all'interno del penitenziario.

Immediato, però, l'intervento delle guardie penitenziarie, le quali hanno subito arginato il rogo utilizzando gli estintori in dotazione. Entrambi i detenuti sono stati soccorsi e trasportati all'ospedale dell'Angelo per accertamenti. Sul posto infatti, verso le 12.40, è stata fatta intervenire anche un'ambulanza del 118, i cui sanitari hanno accertato che i feriti avevano riportato solo una lieve intossicazione da fumo. Non si tratta del primo episodio del genere nella casa circondariale lagunare: anzi, la lista si allunga sempre più e fa tornare alla mente vicende simili che si sono registrate di recente al carcere veronese di Montorio e al Due Palazzi di Padova.

La protesta di lunedì sembrerebbe essere scattata per motivi comunque piuttosto futili, che mai avrebbero potuto far prevedere una reazione del genere. "Solo grazie alla professionalità e tempestività del personale si è riusciti a evitare che la situazione degenerasse - dichiara Umberto Carrano, segretario provinciale della Uil Penitenziari di Venezia  - auspichiamo che arrivino a breve delle risposte concrete all'ormai annosa situazione che interessa il carcere lagunare, una su tutte il continuo depauperamento del personale. Infatti si è costretti a compensare il deficit con moltissime ore di straordinario, e paradossalmente gli organi superiori hanno aggravato ancora di più la situazione autorizzando anche distacchi “in uscita” da Venezia per altre sedi".

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