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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta Mose, presto nuovi "conigli" usciranno dal cilindro

Investigatori veneziani sicuri che la prossima settimana ci saranno sviluppi nelle indagini e si effettueranno nuovi arresti

La settimana prossima cominceranno gli interrogatori di garanzia per gli arrestati, tra i quali l'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, nell'inchiesta su appalti 'distorti' e fatture false, ma gli investigatori starebbero valutando anche una sorta di 'filo rosso' che in qualche modo sembra accomunare le dinamiche delle ultime inchieste sugli appalti in Veneto. "E' un lavoro a 'tenaglia' - spiega un investigatore -. Abbiamo capito il sistema, e dal cilindro tireremo sicuramente fuori qualche altro coniglio".

L'inchiesta della procura lagunare che ha portato ieri la Guardia di Finanza ad eseguire 14 provvedimenti restrittivi e 140 perquisizioni - un centinaio gli indagati - non appare così disgiunta da quella di qualche mese fa per tangenti che aveva coinvolti il vertice del Gruppo Mantovani (5 arresti, 20 indagati, 45 perquisizioni). L'indagine che ha visto ieri gli arresti era iniziata nel 2009, ma nel frattempo si sono intrecciate altre verifiche, ci sono stati embrioni per nuovi fronti e si sono costituiti canovacci i cui risultati, osserva l'investigatore, si vedranno nel tempo.

Sono sempre gli appalti il minimo comune denominatore che allinea l'operazione di ieri con quella del 2011, segnata dall'arresto di varie persone tra cui, per corruzione, l'ex ad dell'autostrada Venezia-Padova Lino Brentan, Questi avrebbe assegnato lavori a trattativa diretta aggirando le normali procedure d'appalto. Tutte inchieste che hanno comportato l'acquisizione di un'immensa mole di documenti cartacei o trovati nel computer, negli hard disc esterni, nelle chiavette usb. Solo quelli acquisiti nel blitz di ieri impegneranno i finanzieri nelle analisi "almeno un anno", azzarda l'investigatore. Altro elemento comune, agli occhi degli investigatori, almeno in due casi, la scoperta di un fiume di denaro "in nero": 10 milioni solo per il 'caso' Mantovani, pare altri 6 milioni nell'inchiesta di ieri che chiama in causa una cooperativa di Chioggia. Fino ad adesso non sono emersi coinvolgimenti di politici sebbene fosse piuttosto solido il rapporto nelle tre inchieste dei tre principali indagati - Mazzacurati, Baita e Brentan - con quel mondo. Baita avrebbe riferito di aver elargito denaro a esponenti di varie formazioni partitiche. Ma, su questo fronte, tutto ancora tace e gli inquirenti non replicano nemmeno per un 'no comment'.
(ANSA)

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