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Cronaca Dorsoduro / San Basilio

Tutti mobilitati dopo lo schianto: «Le grandi navi non devono più passare da qui»

I commenti e le reazioni all'incidente. Domenica la Msc Opera, fuori controllo, ha urtato la banchina a San Basilio e una imbarcazione turistica più piccola

Associazioni, comitati e il mondo della politica condannano il passaggio delle grandi navi lungo il canale della Giudecca a Venezia dopo l'incidente di domenica, che poteva avere conseguenze ancora più gravi. Quattro persone sono rimaste lievemente ferite durante l'impatto. Probabilmente a causa di un guasto al motore la crociera ha continuato ad accelerare, causando la rottura del cavo del rimorchiatore che la teneva. La nave ha proseguito fino all'impatto contro la banchina in cemento. Nel frattempo è stato attivato un lungo segnale sonoro d'allarme, oltre all'emergenza annunciata via radio. Poi la Msc Opera ha colpito sulla poppa il River Countess, motonave fluviale con più di 100 turisti a bordo.

Sul fatto è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, attraverso un Tweet:

Nel pomeriggio i ministri Danilo Toninelli, delle Infrastrutture, e Albero Bonisoli, della Cultura, hanno fatto sapere che entro giugno ci sarà una soluzione alternativa per il passaggio delle grandi navi a Venezia.

«Questa mattina - ha scritto in una nota stampa Msc per Venezia -  la nave in manovra di avvicinamento al terminal Vtp per l’ormeggio ha avuto un problema tecnico. La nave era accompagnata da due rimorchiatori e ha urtato la banchina all’altezza di San Basilio. Contestualmente si è verificata una collisione con il battello fluviale. Sono in corso tutti gli accertamenti per capire l’esatta dinamica dei fatti, la compagnia sta assicurando la massima collaborazione ed è in contatto costante con le autorità locali. La nave al momento è in attesa della messa in sicurezza del battello fluviale, non appena ricevuta l’autorizzazione si sposterà per essere ormeggiata in banchina a Marittima».

I soccorsi dopo lo scontro della nave a Venezia

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha commentato sul social:

I No Nav hanno annunciato in Facebook e su Twitter un grande corteo in città l'8 giugno: 

Il decreto Clini Passera

«Il ministro decida subito - commenta il presidente della Regione, Luca Zaia che, appresa la notizia si è messo in contatto con il direttore generale della Ulss3 Giuseppe Dal Ben per accertarsi delle condizioni dei feriti che appaiono non gravi. Zaia ha poi sentito il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia Pino Musolino, l’amministratore delegato del gruppo Msc Pierfrancesco Vago, per le informazioni sulla dinamica dell’incidente, e il questore Maurizio Masciopinto per una valutazione della situazione generale -. Poteva risolversi in tragedia – sottolinea il governatore -. Apprendo con sollievo che le condizioni dei feriti non sono gravi. Ho raccomandato al direttore generale la massima attenzione nel prestare assistenza e sostegno psicologico ai feriti. Stiamo ancora discutendo dell’applicazione di un decreto che porta i nomi dei ministri Clini e Passera, titolari di dicastero nell’ormai lontano governo Monti. Stiamo parlando del 2011 mentre le proposte della Regione e del Comune di Venezia per una viabilità delle grandi navi giacciono ai ministeri interessati da anni. Il ministro Toninelli a questo punto decida subito – conclude il presidente -. Ha anche l’opportunità e la fortuna di avere proposte realizzabili immediatamente che vengono dal territorio e dagli enti maggiormente coinvolti».

Dal parlamentino locale

Sulla stessa linea il gruppo Fucsia del Consiglio comunale veneziano: «Aspettiamo una soluzione dal 2015 per le grandi navi - dice il consigliere Maurizio Crovato - . Questa non può che arrivare da Roma, dove è rimasto a giacere tutto. Chiaro che quanto accaduto porterà a un'accelerazione della soluzione. Probabilmente verso quella del Vittorio Emanuele. Dispiace che siano stati creati falsi allarmismi, qualcuno ha diffuso notizie di morti e dispersi sui social. Di certo quanto accaduto è grave e poteva avere conseguenze peggiori. Un fischio così lungo dalla nave non poteva che voler avvertire su un grosso rischio imminente».

Il Porto

«Stiamo seguendo con la massima attenzione e con il nostro personale sul campo l’incidente che ha coinvolto la nave da crociera Msc Opera e la nave fluviale River Countess ormeggiata a San Basilio, collaborando con capitaneria di Porto, vigili del fuoco e forze dell’ordine - scrive il presidente del Porto di Venezia Pino Musolino -. Contemporaneamente stiamo lavorando per risolvere l’emergenza e liberare il canale della Giudecca. La giornata deve essere riservata alla gestione dell’incidente ma è evidente che da domani bisognerà muoversi a tutti i livelli con la massima celerità per dare finalmente una soluzione al traffico delle grandi navi a Venezia, liberando dal traffico crocieristico il bacino di San Marco e il canale della Giudecca».

La soluzione Civitavecchia

«Non in tutti i porti i grandi mezzi e le navi da crociera possono attraccare. Vanno tenuti in considerazione i contesti. E quello di Venezia è fragile. Ovunque va ripensato il loro passaggio, a Venezia in particolare. Non si può portare qualcosa di enorme in uno spazio ridotto. È troppo rischioso e pericoloso», scrivono Simone Fiderigo Franci e Claudia Sonego dell'associazione guide turistiche Italiane. «La soluzione c'é - continuano - costruire scali ad hoc e trasportare i passeggeri con navette. Un modello che si sta adottando a Civitavecchia, dove ci si sta attrezzando in questa direzione. Non dobbiamo attendere tragedie».

Incompatibilità

«Oggi è accaduto ciò che prima o poi si temeva che accadesse: una grande nave fuori controllo si è schiantata sul molo di San Basilio urtando con violenza contro un battello fluviale - scrive Gabriele Scaramuzza, responsabile nazionale Infrastrutture e Trasporti di Articolo Uno -. Troppo tempo si è perso. Questo governo ha tergiversato e se ha cambiato è stato in peggio. Venezia, la sua laguna e la sua popolazione non meritano tutto ciò. Si avvii immediatamente in Parlamento una discussione e si vincoli il governo e l'amministrazione comunale a trovare una soluzione per risolvere questa totale incompatibilità».

Il sindacato

«Un incidente in laguna causato da uno di quei grattacieli che ogni giorno entrano ed escono in un equilibrio della natura che si chiama laguna - ha scritto Alberto Cancian Usb Trasporti -. Solo coloro i quali svendono una immagine da cartolina di una città dalla storia millenaria non potevano sapere, perché le loro menti erano e sono offuscate dai soldi in entrata a palate in città e mal distribuiti. Solamente grazie alla casualità non è stata una strage. Se fosse successo contro un vaporetto pubblico o privato pieno di gente fermo in qualche pontile o in navigazione lungo i canali a quest'ora si piangerebbero vittime innocenti. Chi lavora in laguna denuncia da tempo questi pericoli perché vedersi davanti questo agglomerato di ferro gigantesco non aiuta a svolgere il proprio lavoro in sicurezza».

L'esposto Codacons

«Troppi interessi economici dietro al passaggio delle navi da crociera a Venezia - scrive l'associazione Codacons -. La Procura della Repubblica di Venezia dovrà aprire una indagine per il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti. Si tratta dell’ennesimo incidente tra grandi imbarcazioni che si registra a Venezia, e che poteva avere conseguenze ben peggiori – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Per tale motivo presentiamo un esposto alla Procura chiedendo di accertare fatti e responsabilità. Assistiamo in queste ore al valzer dell’ipocrisia della politica, con dichiarazioni da più parti circa l’esigenza di chiudere la Giudecca alle grandi navi – prosegue Rienzi –. Peccato che gli enormi interessi economici che si celano dietro il passaggio delle navi da crociera a Venezia abbiano finora impedito di adottare qualsiasi misura in tal senso, con enorme danno per l’ambiente e la sicurezza dei cittadini».

Legambiente

«Assistiamo, attoniti e impauriti, a quanto accaduto alla banchina di San Basilio a Venezia. Abbiamo avuto la dimostrazione che le grandi navi non galleggiano in sicurezza e possono perdere il controllo creando conseguenze potenzialmente anche ben peggiori di quelle viste oggi. I residenti nella zona di San Basilio raccontano di aver visto la grande nave arrivare loro addosso e hanno temuto il peggio. Sollecitiamo quanto da sempre ribadito - dichiarano Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto e Paolo Franceschetti, presidente del circolo veneziano dell’associazione -. Devono essere presi immediati provvedimenti affinché le grandi navi, di qualsiasi tipologia e dimensione, non transitino più per il bacino di San Marco e per il Canale della Giudecca né, tantomeno, ormeggino nell'area del centro storico veneziano».

Il Comitatone

«Cosa sta facendo il governo gialloverde per allontanare le navi da crociera dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca? Nulla. Niente di niente - scrive il parlamentare del Partito Democratico Nicola Pellicani -. Mentre i ministri Toninelli e Costa fanno improbabili valutazioni costi-benefici, le grandi navi continuano a transitare e oggi si è verificato un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. Basta rinvii. Riunire subito il Comitatone per assumere una decisione. Già nel 2017, con il governo di centrosinistra, il Comitatone, mettendo a confronto i vari progetti sul tappeto, aveva individuato una soluzione. Ma i gialloverdi non sono interessati al destino di Venezia. I grillini come i leghisti». «Il grave incidente di oggi dimostra che non è più possibile perdere tempo. Il governo riformista di centro sinistra aveva trovato una soluzione definitiva, allineando tutti i livelli istituzionali. Il governo carioca delle tante chiacchiere e delle quotidiane baruffe in pochi mesi ha distrutto tutto come nemmeno Penelope saprebbe fare. In particolare il ministro Toninelli ha colpito anche da noi, con dati e progetti lanciati a casaccio, che oltre alla confusione consentono di fatto alle grandi navi di passare nel cuore della nostra città, tra il Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca, come un’autobotte nel delicato centro di un antico borgo». Lo dice il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo dem nella Commissione Ambiente e Territorio eletto a Venezia, che aggiunge: “Basta chiacchiere. Si decida salvaguardando ambiente, sicurezza della città, posti di lavoro e futuro del Porto. Si decida con coraggio e lungimiranza”.

Porto Ro-Ro di Fusina

«Fare in modo che le navi non passino più nel cuore di uno dei più grandi tesori dell’umanità è possibile e, sostanzialmente, a costo zero - è la nota di Renzo Scarpa, Ottavio Serena, Andrea Gersich e Renato Darsiè del Gruppo misto in Consiglio comunale a Venezia -. Non più di 10 giorni fa, l’abbiamo ricordato al sindaco Brugnaro e al ministro Toninelli, inviando nuovamente l’ipotesi tecnica di utilizzo provvisorio del Porto Ro-Ro di Fusina con allegata la proiezione dei risultati ottenibili in pochi mesi. Quando succedono queste cose spiace dover ammettere di aver avuto ragione, ma possiamo affermare che con l’attuazione della nostra proposta tutto ciò non sarebbe successo perchè quella nave non sarebbe passata di là».

Difesa della città

«Non è assolutamente in dubbio la professionalità né dei piloti del porto, né di coloro che comandano i rimorchiatori e attendiamo di conoscere le cause e la dinamica dell’incidente - commenta Vittorio Bonacini, presidente dell’Associazione Veneziana Albergatori -. Un guasto tecnico purtroppo può capitare ma quando si manovrano i giganti del mare in una città delicata come Venezia può trasformarsi in una tragedia. Questo episodio ci induce, una volta in più, a chiedere al governo di accelerare nella scelta di una rotta alternativa a San Marco e al canale della Giudecca. Per le grandi navi c’è una collocazione naturale che è quella di Marghera, con ingresso dalla Bocca di Malamocco e lungo i canali dei Petroli e Vittorio Emanuele. Non si capisce l’inerzia del governo che da anni non trova il coraggio di prendere decisioni urgenti, che sono scottanti per il futuro della città. Insieme a tutti i cittadini di Venezia lanciamo quindi l’ennesimo accorato appello al governo, per la difesa di Venezia, delle sue tradizioni e del suo ambiente».

Il Lido

«Italia Nostra è vicina ai feriti ed esprime molta amarezza e angoscia per il triste presente della città, ancora una volta oltraggiata - è la reazione di Italia Nostra - .Oggi è il giorno in cui si rinnova il rito antico dello sposalizio di Venezia con il mare Adriatico, che non a caso era chiamato golfo di Venezia: il doge usciva in laguna attraverso la bocca di Lido e gettava l’anello a suggello del matrimonio. Noi, figli senza memoria e cultura, facciamo invece entrare il mare in laguna, sovvertendo la storia e il destino di Venezia. Purtroppo questo ennesimo incidente rafforzerà la posizione di coloro che per mantenere il business della croceristica non esitano a sacrificare la laguna. Molte voci sfrutteranno questo incidente per dire che è ora di approntare l’escavo del canale Vittorio Emanuele. Tale percorso è insostenibile, perché segnerebbe la perdita irreversibile della laguna. L’Unesco, nel 1987, prima di tradire il suo compito istituzionale e sacrificare Venezia, aveva insegnato al mondo intero che la morfologia della laguna è da tutelare "come i palazzi e le chiese della città". Con un residuo moto d’orgoglio per quel che fummo, continuiamo a ribadire ciò: non si sacrifica la laguna per un malinteso progetto di salvezza di Venezia». 

Confturismo Veneto

Il presidente di Confturismo Veneto, e viepresidente nazionale, Marco Michielli: «Prima o poi doveva succedere, il tema non è espellere il turismo crocieristico, ma come far muovere le grandi navi in sicurezza nella fragile laguna veneziana. Mi si dice con prudenza che all’origine della collisione sarebbe stato un black-out elettrico a bordo della Msc Opera – prosegue Michielli – Non mi si venga a raccontare la favoletta dei controlli ridondanti cui vengono sottoposti i mezzi, che non servono a evitare episodi come quello, gravissimo, di questa mattina. Non oso immaginare se tutto ciò fosse accaduto sulla riva di San Marco, non riesco a non pensare all’immagine da brivido di una nave appoggiata alla Basilica. Qui è in gioco la sicurezza di una città ‘di cristallo. Questo non vuol dire che si debba arrivare alla drastica conseguenza di cancellare le navi da crociera dallo specchio lagunare, ma arrivare a una soluzione che, avendo ben presente l’imprescindibile rispetto per Venezia, stabilisca percorsi e modalità di passaggio che non compromettano in alcun modo il fragile equilibrio della città», conclude il presidente di Confturismo Veneto.

Lega

«Il piano alternativo per tutelare la laguna, il turismo e soprattutto le persone dai rischi di incidenti nel porto di Venezia causati dal passaggio delle Grandi navi era già pronto dallo scorso novembre: una soluzione già individuata e peraltro già condivisa da Autorità portuale, Regione Veneto, Comune di Venezia e armatori delle compagnie di crociera rispettosa dell'equilibrio ambientale e del patrimonio architettonico e culturale del territorio. Peccato che sia stata bloccata subito dal Mit e che in tutti questi mesi il Ministro Toninelli non abbia più preso una decisione definitiva limitandosi all'ipotesi, assurda per molti, di far attraccare le navi a Chioggia, ossia in mare aperto. Ciò che invece a tutti è ormai fin troppo chiaro è che ancora una volta i 'No' causano danni gravissimi alla credibilità del nostro paese. Con la bella stagione ormai alle porte, il traffico crocieristico è in aumento. Ci auguriamo che il Ministro competente risolva la questione una volta per tutte». Così il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, e la deputata veneziana della Lega in Commissione Trasporti, Ketty Fogliani.

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