rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"Era in sé quando uccideva", "No, era fuori controllo": guerra di perizie su Stefano Perale

Incidente probatorio mercoledì in Tribunale a Venezia. I consulenti di parte hanno esposto le diverse relazioni sulla condizione del 50enne che ha ucciso Anastasia Shakurova e fidanzato

Un punto fermo: Stefano Perale ha ucciso Anastasia Shakurova e Biagio Buonomo Junior per la volontà di "punire" quella donna che aveva instillato in lui un amore idealizzato e mai reale. Per il resto le parti hanno una lettura diversa del duplice omicidio: mercoledì lunga udienza in Tribunale a Venezia, in incidente probatorio, per discutere delle diverse perizie sulla condizione psicofisica del professore d'inglese di 50 anni che, nel giugno scorso, ha prima narcotizzato e poi ucciso nel suo appartamento di Chirignago la giovane coppia di ospiti, dopo averla invitata a cena. Le relazioni ora saranno trasmesse al pubblico ministero titolare delle indagini, Giorgio Gava, che con ogni probabilità a breve dovrebbe rinviare a giudizio Perale. Dopodiché si aprirà il processo.

"Perale capace di intendere e volere"

I consulenti del pm e della famiglia di Buonomo hanno ribadito la loro posizione: il 50enne era capace di intendere e di volere la sera del delitto. Secondo gli esperti, Perale sarebbe stato interessato da una forma di nevrosi non tale da causargli una infermità mentale. Di più, il consulente dell'accusa si è spinto a tratteggiare un profilo compatibile con la figura di uno stalker. Una personalità, quella del presunto omicida, che denoterebbe traumi pregressi che con ogni probabilità hanno riguardato la sua fase infantile. Un punto su cui tutti concorderebbero.

"Spirale psicotica, era fuori controllo"

Dall'altra parte della barricata, però, gli avvocati difensori di Perale, Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi, sulla base della perizia del consulente di parte Marco Stefanutti, danno una lettura molto diversa delle settimane precedenti al duplice omicidio: il 50enne dal famoso episodio dell'aeroporto sarebbe stato scaraventato in una spirale "di delirio e gelosia" che gli avrebbe fatto perdere il controllo. Un evento, definito "prepsicotico", talmente forte da spingere l'omicida fino a un punto di non ritorno e che si sarebbe aggravato nel corso dei mesi. Per questo, secondo la difesa, Perale non sarebbe stato capace di intendere e volere e non avrebbe premeditato alcunché: avrebbe voluto punire, non uccidere. 

L'episodio dell'aeroporto

Nel mirino finisce il famoso episodio dell'aeroporto Marco Polo, quando Anastasia Shakurova atterra e trova ad attenderla il suo fidanzato, Buonomo Junior. A pochi metri, senza che i due si accorgessero di nulla, c'è anche Stefano Perale, con un mazzo di fiori in mano. Capisce che la bella trentenne non aveva alcun interesse, fa dietrofront e, disperato, torna alla macchina. Lì, secondo il suo racconto, avrebbe avuto un crollo emotivo. E' in quella manciata di minuti che il consulente della difesa indica il momento dello "switch": da quel momento in poi era una persona fuori controllo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Era in sé quando uccideva", "No, era fuori controllo": guerra di perizie su Stefano Perale

VeneziaToday è in caricamento