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Cronaca Zelarino / Via Paccagnella

Tre forellini per raggiungere l'obiettivo: per una donna ora il cuore andrà "a ritmo"

Complesso intervento nei giorni scorsi eseguito una prima volta all'ospedale dell'Angelo. Tre elettrodi permetteranno un'attività cardiaca il più possibile normale a una paziente

Per portare un elettrodo fino al cuore sono bastati tre piccoli fori sul torace: uno per introdurre l’elettrodo da posizionare, e gli altri per le due minuscole telecamere con cui gli specialisti hanno potuto monitorare il proprio lavoro, fino all’impianto. Si può semplificare e riassumere così l’intervento svolto il 13 luglio scorso all'ospedale dell’Angelo – intervento che per i chirurghi è un “impianto di elettrocatetere epicardio in videotoracoscopia” – eseguito per la prima volta all’Ospedale dell’Angelo.

A ricevere l’intervento è una donna di 55 anni di Spinea, affetta da una cardiopatia genetica che l’aveva costretto in passato a ripetuti interventi e all’impianto di un pacemaker bicamerale; nonostante ciò, nel corso degli anni successivi si era verificata una progressiva riduzione della funzione di pompa del cuore, che determinava episodi di scompenso cardiaco. Nei giorni scorsi, il ricovero all’Angelo per un importante scompenso cardiaco, occorso nonostante la terapia medica.

Di fronte alla situazione, gli specialisti dell’ospedale di Mestre hanno deciso di sostituire il pacemaker con un defibrillatore “tricamerale”, in grado di proteggere la paziente da aritmie pericolose e di aiutare il cuore in affanno migliorandone l’efficienza della contrazione con la terapia di resincronizzazione cardiaca. L’impianto di questo defibrillatore “tricamerale” è di per sé un intervento complesso. Attraverso l’impiego di cateteri, sottilissimi fili-guida che raggiungono il cuore percorrendo le vene, il chirurgo deve arrivare ad introdurre nel muscolo cardiaco ben tre elettrodi: uno nell’atrio destro, uno nel ventricolo destro (in grado di eseguire anche la defibrillazione in caso di aritmie ventricolari maligne) ed uno nel ventricolo sinistro, per consentire la terapia dello scompenso con la resincronizzazione cardiaca.

Nel caso specifico della paziente, la situazione era ancora più complessa: per due degli elettrodi infatti è stato possibile l’impianto dentro al cuore per via endovenosa, percorrendo quindi le vene con i cateteri-guida; ma per il terzo elettrodo, quello per il ventricolo sinistro, servivano un percorso e una tecnica alternativi: una fibrosi venosa, causata dai vecchi cateteri, non consentiva il passaggio del catetere attraverso le vene.

Ed ecco quindi la necessità di un intervento “in videotoracoscopia”. Gli specialisti hanno deciso in sostanza di posizionare il terzo elettrodo sulla superficie esterna del cuore, e in particolare sulla parete esterna del ventricolo sinistro. Per raggiungerla, sono stati praticati sul torace, a breve distanza l’uno dall’altro, tre piccoli fori. Attraverso uno di questi fori l’elettrodo è stato introdotto nel torace ed è stato condotto fino al cuore. Gli altri due fori sono serviti ad introdurre nel torace le minuscole attrezzature per la “video toracoscopia”, e cioè le telecamere necessarie ad esplorare gli organi su cui si stava intervenendo, e il lavoro degli strumenti chirurgici necessari al fissaggio dell’elettrodo sul cuore. Gli specialisti dell’Angelo, con un intervento quindi mini invasivo, e senza mai accedere con le proprie mani all’interno del torace, hanno effettuato il posizionamento seguendo il proprio lavoro sugli schermi ad alta definizione della sala operatoria.

“Il livello raggiunto nelle nostre sale operatorie è altissimo – commenta il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben – grazie all’applicazione di procedure chirurgiche innovative e all’utilizzo di tecnologie dedicate. Questi interventi però non sarebbero possibili senza la qualità dei singoli professionisti e delle équipe specialistiche e senza la loro costante disponibilità a lavorare in collaborazione”.

L’intervento, eseguito in questa modalità a cui l’ospedale dell’Angelo arriva tra i primissimi nel Veneto, è stato coordinato dal cardiochirurgo Stefano Cisico, e condotto in collaborazione delle équipe di Cardiochirurgia, diretta dal dottor Domenico Mangino, di Chirurgia toracica, del Primario Cristiano Breda, e di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione, diretta dal dottor Sakis Themistoclakis. Dopo l’operazione, perfettamente riuscita, la paziente si è prontamente ripresa, ed è stata dimessa al suo domicilio trascorsi alcuni giorni di degenza in osservazione.
 

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