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Cronaca

Isabella Noventa, il delitto è stato premeditato: gli assassini la volevano morta

Dopo la conferma delle condanne in Appello ecco le motivazioni della sentenza. I giudici smontano il castello di bugie di Freddy, Debora e Manuela: tanti inganni e nessun rimorso

A tre anni dalla scomparsa di Isabella Noventa la Corte d'assise d'appello di Venezia conferma le condanne a quelli che sono considerati gli assassini della segretaria di Albignasego: i fratelli Freddy e Debora Sorgato e la ex tabaccaia Manuela Cacco. Le motivazioni della sentenza, proclamata il 9 ottobre, snocciolano una lunga serie di indizi che in questi tre anni per l'accusa si sono trasformati in prove granitiche.

Le accuse

Omicidio premeditato e soppressione di cadavere sono le pesantissime accuse costate 30 anni ai fratelli Sorgato. Le stesse addebitate alla Cacco, condannata a 16 anni e 10 mesi che deve rispondere anche di stalking. Il trio ha agito di comune accordo, attirando Isabella in una trappola e facendone sparire il corpo, secondo quanto emerge dall'inchiesta del pubblico ministero Giorgio Falcone. E quella sera hanno preso parte tutti e tre alla messinscena che ne indica senza ombra di dubbio il coinvolgimento, oltre alla mancanza di rimorso.

La sceneggiata in centro storico

Le telecamere, i tabulati telefonici e i gps delle auto di Freddy e Debora mostrano gli spostamenti del terzetto tra la villetta di Noventa Padovana, dove si sarebbe consumato il delitto, e il centro storico di Padova, dove Manuela Cacco è stata immortalata con addosso il giaccone di Isabella per fingerne l'allontanamento volontario. Una vera e propria farsa per avvalorare la prima versione di Freddy: quella sera ha cenato in pizzeria con la 54enne, poi ha raccontato di averla accompagnata in centro dove la donna avrebbe incontrato un'amica prima di sparire. Era la notte del 15 gennaio 2016. La famiglia e l'ex marito di Isabella hanno immediatamente smontato il teatrino: quella ripresa non era Isabella. Era Manuela, poi recuperata da Debora in piazza Insurrezione mentre il ballerino faceva sparire ogni traccia del delitto.

Il gioco erotico smontato e nessun rimorso

Ecco subentrare la seconda versione di Freddy, altro indizio fondamentale per comprovarne la colpevolezza. Smascherata la farsa con Debora e Manuela (il cui coinvolgimento era ormai palese), l'autotrasportatore ha sostenuto la tesi del gioco erotico finito in tragedia. Isabella dunque è morta, ma l'ipotesi dell'uomo non regge. Lo prova il fatto che i tre non abbiano mai fatto trovare il corpo, secondo Freddy gettato nel Brenta. Se fosse stata una tragica fatalità, avrebbe avuto tutto l'interesse nel farlo ritrovare. La stoccata finale dell'accusa lega la scomparsa del cadavere all'assenza di pentimento: i tre condannati non hanno mai ceduto, nemmeno dopo la confessione della Cacco secondo cui Debora avrebbe ucciso Isabella in casa di Freddy con una mazzetta. Un'arma mai ritrovata, ma il dettaglio non è sufficiente a far crollare l'impianto accusatorio.

I moventi

Mancano il corpo e il materiale usato per compiere il delitto e occultare il corpo, nessuna traccia di sangue nella villetta di via Sabbioni. Eppure le prove contro i tre assassini, secondo i giudici, sono inoppugnabili. Resteranno in carcere (Freddy a Padova, Debora a Venezia e Manuela a Verona). Il movente è quello della gelosia, scatenata da motivi sentimentali ed economici, unita alla frustrazione di Freddy, vessato dalle tante donne della sua vita. I fratelli volevano sbarazzarsi di Isabella, la Cacco ha accettato di aiutarli.

La villa all'asta

Tra una settimana ricorre il terzo anniversario di una scomparsa segnata ancora da tanti misteri. E negli stessi giorni sarà fissato il valore dell'abitazione di Freddy, all'asta il 12 febbraio. I circa 400mila euro di base d'asta, se la vendita andasse a buon fine, coprirebbero parte degli 800mila euro di risarcimento riconosciuto ai parenti di Isabella. La quota restante verrà recuperata dai 124mila euro sequestrati a casa dell'ex compagno di Debora, dai patrimoni personali dei condannati e dall'eventuale vendita di alcuni immobili di proprietà di Freddy.

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