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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Porto Marghera

La maxi truffa dei cerchioni in lega, i leader imbrogliavano sui dazi

L'azienda numero uno sul mercato, con sede a Bassano, secondo la Procura faceva arrivare la merce a Venezia risparmiando milioni di euro

La maxi truffa dei cerchioni in lega. Un terremoto che colpisce una delle aziende leader del settore, con sede legale a Bassano e con sede produttiva a San Martino di Lupari. Uno dei fulcri dell'indagine, però, era il porto di Venezia, dove è arrivata parte della merce da quattro anni a questa parte. Cerchioni che hanno raggiunto anche i palcoscenici di Formula 1.

Ma l'azienda, e altre dell'indotto, secondo la Procura lagunare, avrebbero sbaragliato la concorrenza applicando dei prezzi più bassi degli altri. Come? "Giocando" con i dazi doganali e le relative imposte. Se gli altri importavano i prodotti direttamente dalla Cina (su cui però ci sono dei dazi imposti dall'Unione Europea), la ditta berica portava prima la merce dal Paese della Grande Muraglia alla Malesia, poi da lì in container fino all'Italia. Risultato: dazi aggirati, come riporta La Nuova Venezia, per un milione 820mila euro e Iva evasa per 802mila euro in due anni e mezzo.

Con tanti saluti alla concorrenza. Il calderone è stato scoperchiato grazie alle indagini condotte dagli agenti della Dogana e della guardia di finanza di Venezia. Perquisizioni e accertamenti. Lo "zampino" ce l'ha messo anche la polizia britannica: arrestato, infatti, un 44enne britannico. Considerato il "burattinaio" dell'operazione. Indagati anche i suoi collaboratori: un 44enne trevigiano, un 60enne padovano e un 45enne bresciano. Nel mirino dal giugno 2010 fino a oggi almeno un centinaio di spedizioni.

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