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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Donà di Piave

Arresti, denunce, sequestri, perquisizioni: sgominata banda sudamericana di ladri

Gli inquirenti sono convinti di aver assestato un duro colpo a un'organizzazione di "latinos" che aveva messo radici tra Musile e San Donà. Non disdegnavano trasferte lampo per i furti

Sgominata una banda di origini sudamericane nel Sandonatese. Erano trasfertisti che operavano in tutto il Veneto e parte del Friuli Venezia Giulia e avevano "messo radici" tra San Donà di Piave e Musile. All’alba del 4 agosto nel territorio dei due Comuni, i militari del Nucleo investigativo di Vicenza, in collaborazione con i carabinieri della compagnia della città del Piave, al termine di una lunga attività di indagine nei confronti di una serie di "trasfertisti", che commettevano furti lontano dal Veneziano per poi tornare alle rispettive "basi", hanno portato a termine una serie di perquisizioni.

Nel corso dell'attività sono stati arrestati R.W.R., 51enne colombiano e Z.M.J., costaricano 32enne, entrambi pregiudicati e domiciliati a San Donà, in Via Giorgione. Sono stati trovati in possesso di refurtiva costituita da biciclette (di cui due rubate la notte precedente in località Stretti), oro, scarpe, abbigliamento e orologi, il tutto di provenienza da più province del Veneto per un valore complessivo superiore ai 15mila euro. Sono stati requisiti anche attrezzi utili a mettere ko i sistemi antitaccheggio, oltre che 350 grammi di cocaina "pura", ancora da tagliare. Sul mercato sarebbe valsa una fortuna.  Denunciati per ricettazione, perché sorpresi con in casa materiale rubato, un colombiano di 35 anni, residente a San Donà insieme a una 36enne. Sono stati trovati in possesso di tablet e navigatori satellitari, capi di abbigliamento, borse e scarpe griffate e non, biancheria per la casa, cosmetici, attrezzatura utile per furti per un valore approssimativo di circa 20mila euro. Sequestrate pure due auto utilizzate dal gruppo per perpetrare i raid e intestate a prestanome. A quanto pare, i membri della banda comunicavano attraverso delle videochat criptate per non entrare nei "radar" delle forze dell'ordine.

Denunciati anche altri due colombiani della zona, classe 1986 e 1980: il primo per ricettazione e uso di documenti falsi trovato in possesso di una patente contraffatta, il secondo per detenzioni ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, poiché trovato in possesso di alcune dosi di marijuana. Gli inquirenti ritengono di aver inflitto un duro colpo a un grosso gruppo criminale di origine sudamericane che operava in zona e spesso con incursioni lampo fuori provincia. Parte di tutta la refurtiva rinvenuta è stata restituita ai legittimi proprietari. Le operazioni sono continuate nei confronti di "affiliati" alla stessa banda nel Trevigiano e nel Padovano, sia nella giornata di giovedì che di venerdì. 
 

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