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Cronaca

Lavoratori bookshop rimasti a casa: "Faremo causa agli attori coinvolti e al Comune"

Tutt'altro che archiviata la battaglia Filcams Cgil a fianco degli ex dipendenti dei Musei Civici, senza occupazione dopo il cambio d'appalto: "Pronti a ogni iniziativa per farli tornare al loro posto"

Dal 23 marzo non hanno più un'occupazione. Sono in sei. Il cambio del gruppo ai bookshop dei Musei Civici veneziani gli è costato la perdita del posto di lavoro, perché, spiega il sindacato Filcams Cgil Venezia, "la clausola sociale che garantisce, perfino per le grandi società come Veritas, il diritto dei dipendenti a non perdere l'impiego, qui, secondo il Comune, non è applicabile".

Il segretario della sigla, Monica Zambon, annuncia il ricorso legale contro "il profondo disagio vissuto da questi operatori, a causa della loro mancata conferma". Dice Zambon: "sappiamo che esiste un dispositivo provinciale del 1998 che, in virtù di un accordo tra amministrazione pubblica e parti sociali, avrebbe potuto garantire un destino diverso a questi dipendenti. Allora perchè - si chiede Zambon - il Comune non l'ha fatto valere? Se non può funzionare - continua Zambon - la clausola sociale in questo frangente, perché l'amministrazione e la Fondazione non hanno mai risposto alla nostra richiesta di istituire un tavolo tecnico, per poter trovare una soluzione idonea a conservare il posto di lavoro a queste sei persone?"

Iniziative sindacali

Il sindacato Filcams rende nota la volontà di fare causa agli attori coinvolti e al Comune di Venezia, su questa vicenda, annunciando anche l'intenzione di mettere in atto ogni iniziativa di mobilitazione al fine di tutelare i diritti dei 6 lavoratori rimasti a casa. Non solo. "Noi pensiamo che sia stata aggirata la legge - afferma Zambon -, perché per il passaggio degli altri lavoratori dipendenti dalla precedente alla nuova gestione, comunque non è stata fatta valere la clausola sociale che permette di conservare pari ruolo, anzianità e mansioni agli operatori. Essi si sono infatti licenziati per poter essere assunti dal nuovo gruppo. Ci chiediamo - spiega Zambon - è legittimo tutto questo? Andremo avanti fino a chiarire ogni aspetto della vertenza e fino a garantire ogni diritto spettante ai lavoratori", conclude Zambon.

La storia

"Il 31 maggio scorso - ricorda il segretario Filcams Cgil - Il Comune ha confermato in Consiglio il proprio operato, lasciando intendere che fosse necessario, date le normative europee, così da non rischiare ricorsi. Allora - sottolinea Zambon - abbiamo ribadito la disponibilità a trovare una quadra tecnica che non facesse ricadere sui lavoratori il cambio societario, ma invano. Teniamo a precisare che nulla di tutto ciò è accaduto per altre gare d'appalto comunali, contemporanee per tempistica di uscita dei bandi, ma lontanissime per le clausole sociali inserite che erano ben più stringenti".

I tweet

"Non sono neppure mancate, sui social - precisa la sindacalista -, parole rassicuranti del sindaco, Luigi Brugnaro, per i lavoratori dei Musei, anche minimizzando l'azione sindacale. Purtroppo è venuto meno anche al rispetto dell'accordo provinciale del 1998 siglato tra le parti sociali e il Comune stesso. E soprattutto non sono mancate dichiarazioni politiche strumentali che hanno perfino addossato ai dipendenti, ora disoccupati, la responsabilità della loro mancata riassunzione. Lunedì alle 10 illustreremo le prossime iniziative nella sede Filcams Cgil di via Cà Marcello a Mestre, in una conferenza stampa".
 

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